«C’è qualche bucaneve che fa capolino dal manto ghiacciato della crisi», Pietro Giuliani, che guida Azimut (tra le poche Sgr italiane realmente slegate dal sistema bancario), ricorre a un’immagine naturalistica per descrivere la situazione dell’economia internazionale che in questi giorni ha permesso alle Borse di risollevare il capo.
Il peggio è quindi alle spalle?
«Dal punto di vista delle Borse ritengo di sì, difficilmente le quotazioni si comprimeranno ancora. L’economia reale potrebbe però riservare altre sorprese. Anche in questa crisi coesistono due componenti: una emozionale, che ha contribuito a infettare il sistema, e una tecnica dove il combinato recessione-depressione inizia a migliorare; al punto che la stima di un calo generalizzato dei prezzi si sta rivelando infondata. C’è, però, il rischio di una crescita della disoccupazione».
All’estero ci sono segni di ripresa?
«Qualche schiarita c’è come dimostrano parametri specifici come il cosiddetto misery index negli Stati Uniti. Questo indice, che esprime la somma di inflazione e disoccupazione, nel 2008 era balzato ai massimi da 40-50 anni mentre oggi è tornato a livelli accettabili».
La svolta è stata il piano di Geithner per ripulire le banche Usa dagli asset tossici?
«È un intervento non dissimile dal precedente Tarp, ma quello che è mutato è lo scenario. Ci sono incertezze, ma se ripartisse la produzione torneremmo in un ciclo positivo».
Come saranno le trimestrali?
«Difficile che i dati del primo trimestre siano diversi da quelli del 2008, ma il secondo potrebbe essere sensibilmente migliore».
Cosa consiglia ai piccoli risparmiatori?
«Riserverei una parte del portafoglio alle obbligazioni e ai prodotti monetari, a patto però di programmare da subito il rientro graduale sulla componente azionaria.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.