Roma - Il leader libico Muammar Gheddafi arriverà oggi in Italia per la sua prima visita al Paese di cui la Libia è stata colonia. Un chiaro segnale che le due nazioni si sono ormai lasciate alle spalle il passato. Gheddafi parlerà nell’aula del Senato giovedì mattina: la proposta, che lo riguarda in quanto presidente dell’Unione africana, è stata avanzata in conferenza dei capigruppo a palazzo Madama e approvata a maggioranza.
Una visita storica L’anno scorso l’accordo di riparazione da 5 miliardi di dollari per gli oltre 30 anni di colonialismo ha aperto la strada alla visita, che arriva quasi un secolo dopo che le navi italiane arrivarono a Tripoli - nel 1911 - con la giustificazione di voler salvare la Libia dal dominio ottomano. La Libia ora sta mettendo i suoi petroldollari in società italiane come UniCredit ed Eni, oltre a fornire un quarto del greggio importato dall’Italia e a collaborare con Roma contro l’immigrazione clandestina. "Questo viaggio ha un forte valore simbolico, perché c’è Gheddafi che dice da 40 anni come gli italiani abbiano agito male con i libici e come alla fine la Libia avrà la meglio", ha commentato Dirk Vandewalle, professore al Dartmouth College negli Stati Uniti ed esperto di Libia. Secondo Vandewalle, questo succede perché "l’Italia, come il resto del mondo, sta corteggiando il regime per ovvie ragioni economiche. Sostiene Gheddafi davanti agli italiani e anche davanti ai libici". Secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, la visita Muammar Gheddafi in Italia è "storica" e il leader libico sarà accolto "sapendo che ormai ci unisce una ritrovata amicizia e soprattutto una grande comunanza di interessi". "Vogliamo portare in Europa molte buone ragioni della Libia - commenta il titolare della Farnesina - che oggi torna sulla scena internazionale come un partner riconosciuto".
Domani l'arrivo in Italia Il leader libico sarà in Italia per quattro giorni, con una serie di appuntamenti pubblici. Incontrerà anche il primo ministro Silvio Berlusconi - che l’anno scorso è stato in Libia per firmare l’accordo - oltre a esponenti politici di primo piano e industriali. Il mondo imprenditoriale italiano vuole capire se la visita di Gheddafi incoraggerà gli investimenti libici in Italia. "Retoricamente, c’è sempre stato antagonismo tra i due Paesi, ma nonostante le controversie e le cattive relazioni, sono affari", spiega Vandewalle. "Questo viaggio di certo indica che il regime sta diventando molto più pragmatico e alla fine sta riconoscendo che i rapporti tra i due Paesi restano importanti". Gheddafi - che rovesciò la monarchia nel 1969 - tornerà in Italia a luglio in qualità di leader dell’Unione Africana per il G8, a cui parteciperà anche il presidente statunitense Barack Obama.
La tenda a Villa Pamphili Gheddafi alloggerà con la sua tenda "beduina" appositamente allestita a Villa Doria Pamphili. Ad attenderlo è una Roma blindata in cui si annunciano diverse manifestazioni contro la sua presenza in città, soprattutto in merito alle politiche sull’immigrazione e sui diritti umani. Misure di sicurezza eccezionali per l’occasione. Le forze dell’ordine sono mobilitate nelle aree sensibili della Capitale. Una ordinanza da parte della Prefettura di Roma dispone il divieto di effettuare manifestazioni, spettacoli o eventi all’interno della Villa nella parte delimitata da via Aurelia Antica - via di S. Pancrazio - via Vitellia - via Leone XIII. Per motivi di ordine pubblico e di sicurezza, fa sapere una nota del Campidoglio, anche la Casa dei Teatri resterà chiusa da mercoledì 10 a sabato 13 giugno compreso.
Proteste in difesa dei diritti umani Amnesty International scrive al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato e ai ministri degli Esteri, degli Interni e delle Pari opportunità chiedendo che sia messa "fine alla cooperazione poco trasparente e priva di garanzie in materia di diritti umani, che ha sinora contraddistinto le relazioni tra Italia e Libia". L'organizzazione condanna con forza la politica italiana dei respingimenti, descrivendo come "il culmine negativo" della cooperazione italo-libica le "gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani compiute dall’Italia nel Mar Mediterraneo a scapito di circa 500 migranti e richiedenti asilo, ricondotti forzatamente in Libia a prescindere da qualsiasi valutazione del loro bisogno di protezione internazionale".
"La Libia non ha un sistema d’asilo funzionante - denuncia l’ong - e, nonostante una bozza di legge sull’asilo sia attualmente in discussione, durante la propria missione in Libia Amnesty International non ha ricevuto informazioni su tale testo e le autorità libiche hanno negato la presenza di rifugiati nel territorio dello stato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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