Gheddafi se ne va, Parigi tira il fiato

Tappeti rossi, spostamenti con decine di auto e cedimenti ai suoi capricci. E assoluto divieto di intervista alle guardie del corpo

da Parigi

«Per qualche euro in più», potrebbe essere il titolo del film della visita di cinque giorni a Parigi del colonnello-presidente-dittatore Muhammar Gheddafi, che non metteva piede in Francia da 34 anni, ossia da quando venne ricevuto all’Eliseo dal presidente Georges Pompidou. Stavolta è toccato a Nicolas Sarkozy srotolare il tappeto rosso all’ospite libico, mentre nelle librerie è in vendita il libro con la drammatica testimonianza di una delle cinque infermiere bulgare incarcerate e torturate dal regime di Tripoli sotto la demenziale accusa di aver inoculato il virus dell’Aids a centinaia di bambini per conto dei servizi segreti israeliani.
In luglio Sarkozy aveva inviato la sua allora moglie Cécilia alla corte di Gheddafi per favorire la liberazione delle infermiere, che poterono tornare a casa dopo otto anni di prigionia. Ora il colonnello è stato ospite d’onore dell’Eliseo, firmando contratti per milioni di euro. La Libia importerà, tra l’altro, una centrale nucleare alimentata dalla tecnologia francese e da quell’uranio africano per il quale Parigi e Tripoli hanno avuto in passato discordie sanguinose.
L’aereo del colonnello è partito per la Spagna dallo scalo parigino di Orly alle 14,20 di ieri, sospinto più lontano possibile dal sospiro di sollievo della Francia intera, sintetizzato dal quotidiano Le Parisien con l’espressione «Ouf!», per dire: finalmente se n’è andato!
La visita di Gheddafi è stata una mezza umiliazione per la Francia, che ha dovuto cedere a ogni suo capriccio, a cominciare dalla pretesa di montare la sua tenda da beduino nel cortile posteriore di palazzo Marigny, residenza abituale degli ospiti ufficiali dell’Eliseo. Gheddafi ha ricevuto i suoi ospiti in quella curiosa dimora, a un centinaio di metri dai Campi Elisi, tra nuvole d’incenso e impressionanti misure di sicurezza, ma la notte il colonnello ha dormito nella suite degli ospiti a palazzo Marigny.
Gli spostamenti di Gheddafi sono avvenuti in un clima surreale, vista l’imponenza del suo corteo, che includeva tra le 20 e le 50 auto ufficiali, scortate dalla polizia, con a bordo dignitari d’ogni rango e naturalmente le sue guardie del corpo, tra cui le ormai famose 40 donne soldato, descritte dai media francesi come «le vergini del colonnello»: giovani, decise e avvenenti, armate di tutto punto e addestrate particolarmente al corpo a corpo. Sembra che un giornale femminile abbia tentato in tutti i modi di intervistarle. Niente da fare. «Ho fatto il necessario per evitare uno scontro tra islam e Occidente», ha commentato Sarkozy.


Intanto ci si interroga sull’ammontare dello shopping natalizio di Gheddafi: c’è chi parla di 10 miliardi di euro (centrale nucleare, blindati, elicotteri, missili e altri gingilli made in France) e chi dice molto meno. Certo al colonnello è stato riservato il raro privilegio di tenere un discorso ufficiale all’Assemblea nazionale. I francesi si chiedono se ne valesse veramente la pena.

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