Giù l'Iva sui porti La Sardegna riconsegna il suo mare alle barche

Giù l'Iva sui porti La Sardegna riconsegna il suo mare alle barche

La nota positiva è che i porti turisti sardi sono di nuovo un'attrazione turistica e nei tre mesi estivi circolano oltre centomila imbarcazioni. Dopo gli anni bui e la profonda crisi avvenuta nel 2012, l'isola torna ad essere una calamita per i diportisti, italiani e stranieri. Si può fare di più, però, dice una vecchia canzone. Ne è consapevole il Governatore Ugo Cappellacci che si sta battendo per introdurre correttivi fiscali (l'Iva dai 21 all'11% sugli ormeggi dei porti) e ammodernamenti al passo con i tempi in piena controtendenza con le disastrose politiche delle amministrazioni precedenti: la «tassa Soru» sugli yacht del 2006 (poi abolita dalla Ue nel 2009), ha creato i peggiori danni al settore assieme alla tassa di stazionamento sulle barche di oltre i 10 metri sfornata dal governo Monti. E infatti il turismo nautico negli ultimi anni è andato in profondo rosso. Risalire faticosamente la china è stato compito di Cappellacci. Ed è un peccato - per usare gergo nautico, che qualcuno remi contro. Una sorta di atteggiamento kamikaze che rallenta i lavori della giunta regionale e danneggia l'intero compart della blue economy. Ma entriamo nel dettaglio.
Il Consiglio regionale ha stralciato, perché in contrasto con la legge di contabilità, un norma approvata in giunta che riduce al 11% l'Iva per lo stazionamento delle imbarcazioni in porto. In sostanza, si equiparano alle normali strutture ricettive anche i cosidetti «marina resort», una tipologia di accoglienza attrezzata per garantire nei porti turistici i servizi di sosta e pernottamento dei viaggiatori nelle loro barche ormeggiate. L'intervento è necessario perché, come dice l'assessore del Turismo Luigi Crisponi, «l'ospitalità in Sardegna comincia dalle banchine: i porti devono essere porte d'accesso per la fruizione del territorio retrostante». Dunque, se la nautica riparte, tutta l'isola ne trarrà beneficio dal punto vista turistico. E per questo motivo non si può perdere tempo. Così, l'abbattimento dell'Iva sarà riproposto in un emendamento e vedremo se la prossima estate riuscirà ad essere operativo. A sostenere questa modifica c'è anche Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina Confindustria nautica, che denuncia una situazione di debolezza nel nostro paese. «E' mai possibile - si domanda - che tra Saint Tropez e Portofino, o tra Mentone e Ventimiglia, ci sia un gap sull'Iva del 14 per cento?''. Bisogna adeguarsi a quanto succede in Francia o in Spagna dunque, per non diventare fanalini di coda. Del resto, l'importanza strategica del settore nautico è scritta nei numeri: per posti barca, la Sardegna è seconda fra le regioni italiane, dopo la Liguria, con il 13% del totale nazionale.
L'anno scorso, i diportisti hanno complessivamente speso in Sardegna circa 260 milioni di euro, generando un gettito Iva e ricavi sui posti barca a gestione pubblica per oltre 58 milioni. E le stime ci dicono che le ricadute sul territorio derivanti dalla spesa dei diportisti potrebbero aumentare di oltre 92 milioni (raggiungendo i 350) se le risorse nautiche fossero utilizzate al massimo. In questo caso, dagli attuali 3100 occupati nel settore (e indotto) si potrebbe passare a 5800. Per questo motivo, in attesa dell'abbassamento dell'Iva, Cappellacci sfodera altre idee. Tutte vincenti. Come il progetto 'Tourisme, Ports, Environnement', che ha coinvolto Sardegna, Liguria, Toscana e Corsica per garantire elevati standard dell'offerta di un turismo nautico sostenibile ed ecocompatibile. Motore del progetto è la governance che ha messo in rete 58 porti turistici della Sardegna, strumento strategico di programmazione e promozione del network.
Altre innovazioni saranno operative a breve: un'applicazione per smartphone e tablet con i contenuti di una guida cartacea con le informazioni sui porti, 20 totem informativi posizionati in altrettanti porti, un sistema informativo per la valorizzazione dei porti e delle aree contigue a disposizione dei diportisti mediante wireless.

E, infine, un nuovo portale della nautica con tutte le informazioni sui porti (e territorio collegato) coinvolti nel TPE, la possibilità di prenotazione on line dell'ormeggio e uno spazio e-commerce, che commercializzi i prodotti artigianali e agroalimentari locali.

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