I brasiliani hanno un paio di sospesi. Roba datata 1998 e 1986. Incomincio dalla data più antica: era il mondiale messicano, Platini e Zico, bella roba, uno contro laltro, nei quarti di finale. Fu 2 a 2, proprio con il pareggio di Michel. Andarono ai rigori, sbagliò proprio Michel che tornando sconsolato a metà campo, con i calzettoni addormentati sulle caviglie e la faccia sconvolta, nonostante lanniversario (21 giugno, il suo compleanno, 31 anni), urlò a Fernandez: «O segni tu o quelli lì in tribuna mi tagliano la gola». Quelli lì in tribuna erano i colleghi giornalisti che non aspettavano altro, legnare Michel e la sua arroganza. Fernandez segnò, il Brasile a casa e la Francia in semifinale. Poi venne il 1998, finale, Ronaldo cammina, traballa, la Francia vince 3 a 0, la torcida è spenta, Parigi in fiamme.
Stasera si rigioca, con questi due sospesi, con la stessa Francia, con lo stesso Brasile, perché controllando i cognomi, si va di memoria, Zidane e Ronaldo bastano e avanzano per fare festa totale. Ma questa volta si gioca non per la coppa ma per la faccia, stavolta chi sbaglia va a casa e chi resta non è sicuro di vincere. La Francia si è svegliata di colpo, Domenech alla fine ha avuto ragione ma Zidane e Vieira, Thuram e Sagnol, roba da Louvre, devono ribadire la prestazione superba offerta contro la Spagna. Ma pure il Brasile non pensi di avere a che fare con avversari ingenui come i ghanesi che nella sfida degli ottavi hanno bruciato almeno tre palle gol colossali.
Partita di studio, dunque, tra squadre famose e comunque alla ricerca del gioco perduto.
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