Il general manager del Policlinico Umberto I Ubaldo Montaguti non si è lasciato intimidire dallandirivieni dei carabinieri del Nas, dopo lesplosione delle polemiche a seguito dellinchiesta de «LEspresso»; tantomeno dalla Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo sullincuria di alcune aree del nosocomio anche con lobiettivo di chiarire le cause effettive dei due casi di legionella dei giorni scorsi.
Nel frattempo Montaguti non ha neppure smesso di sottolineare la necessità di acquisire nuove risorse economiche per la ristrutturazione dei padiglioni specialistici. Anzi, partendo dal proprio progetto di ristrutturazione, ha continuato la sua attività amministrativa esattamente sulla stessa falsariga di come laveva cominciata: a suon di consulenze da centinaia di migliaia di euro. Sarebbe proprio il caso di aggiungere che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Infatti, alla scadenza contrattuale dellincarico di alcuni dirigenti (medici, amministrativi e tecnici), senza preoccuparsi del fatto che lUmberto I è nellocchio del ciclone per altri motivi, il manager ha rinnovato le collaborazioni e gli affidamenti a tempo determinato. E per alcuni il rinnovo varrà addirittura fino al 2010.
Per gli aggiornamenti contrattuali, Montaguti si è avvalso di quelle norme che garantiscono la possibilità di stabilizzare il personale, in attesa di potere bandire un concorso pubblico senza lasciarsi peraltro influenzare dalle disposizioni della giunta regionale che con un apposito provvedimento, licenziato prima di Natale, aveva decretato il blocco delle assunzioni per qualsivoglia categoria del personale sanitario, compreso quello che già aveva espletato tutte le prove concorsuali e in attesa di chiamata al lavoro.
Invece i dirigenti chiamati dal super-direttore, già a ridosso della scadenza contrattuale avevano in tasca il rinnovo. Se il manager ferrarese abbia aggirato qualche regola, sarà la giunta ulivista di Piero Marrazzo ad accertarlo. Nel frattempo, però, rimane in piedi leco delle lamentazioni per la carenza di fondi da impegnare per la ristrutturazione e unanaloga eco per il ritardo nei processi di manutenzione che sarebbero già dovuti partire.
E questo potrebbe essere un comportamento curioso visto che per qualcuno è preoccupante che «il manager sia il primo a lamentarsi della carenza di finanziamenti per il rinnovamento del nosocomio quando, invece, va a impegnare ingenti risorse per consulenze e contratti a termine - spiega il segretario regionale della Fials Confsal Gianni Romano -. Non dimentichiamoci che questo stesso manager ha avallato la firma subito dopo il suo insediamento, della pregiata consulenza alla consorte Daniela Celin, suo braccio destro. La dottoressa Celin a fine 2006 ha guadagnato oltre ai 108mila euro di stipendio assegnatole, anche la quota del 20 per cento in più come indennità dovuta per il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel contratto».
Tuttavia, per la Fials, sarebbe doveroso - per fare piena luce sugli incarichi e sui contratti di consulenza appena firmati allUmberto I - che intervenga il governatore Marrazzo assieme agli assessori a Sanità e Lavoro, Battaglia e Tibaldi, affinché «si possa applicare il decreto legislativo 368 per i contratti temporanei, non solo di dirigenti e funzionari ma soprattutto - chiarisce Romano - per quegli operatori sanitari che costituiscono il motore dellassistenza ospedaliera».
Intanto è certo che i riflettori sul Policlinico saranno difficili da spegnere visto che la commissione parlamentare dinchiesta sulle questioni sanitarie, già riunitasi al Senato, ha deciso di aprire unindagine sugli aspetti igienico-sanitari e gestionali del policlinici universitari. Non a caso il primo della lista è proprio lospedale romano.
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