Milano - Bisognerebbe attaccare con Clarence Seedorf perché i suoi tocchi dolci in area per Ambrosini e Inzaghi, distribuiti democraticamente uno per tempo, hanno fatto girare la partita da una parte sola. Ma il Milan ha messo giù la Juventus come in pochi si aspettavano, l'ha schiaffeggiata in tutte le zone del campo, le ha tolto l'aria, dopo venti minuti ha iniziato a picchiare forte e senza pietà. Tre gol in mezz'ora, tutti molto puliti, con Mellberg e compagni frastornati a guardare in cielo per capire da dove arrivavano quei raudi telecomandati.
Reazione juventina prossima allo zero, Ranieri ha chiesto agli esterni di salire e a Grygera sono venuti i brividi: tre gol tutti dalla sua parte, una serata da disperato, in mezzo a una difesa di disperati.
Ancelotti ha tamponato dietro con la coppia Bonera e Favalli, Amauri della scorsa stagione avrebbe fatto sfracelli, ma ieri sera non aveva una squadra che giocava solo per lui. Si è battuto, ha chiesto qualche triangolo importante a Del Piero ma non è mai riuscito a farsi valere, quando ha avuto la palla buona l'ha calciata sopra la traversa da dentro l'area con Abbiati proteso in colpo di reni arcuato che gli ha impreziosito il gesto, ma è stata una buona occasione gettata al vento. Il Milan in quel momento era sopra di un gol, un minuto prima Jankulovski aveva indovinato una traiettoria alla Shevchenko beffando Chimenti sotto la traversa. Amauri avrebbe potuto dare un senso alla notte bianconera, ma così non è stato e il resto della partita ha fatto capire che sarebbe stato solo un segnale temporaneo, il diluvio rossonero sarebbe arrivato comunque senza pietà. In più c’è pure l’infortunio di Chiellini, uscito in barella per una distorsione al ginocchio.
Salvate però il capitano Del Piero. Ale da solo ha tenuto in piedi gli altri dieci, ha offerto palle per tutti, la migliore proprio ad Amauri scattato bene e pronto a calciare in diagonale, palla perfetta, Abbiati sorpreso, tutto bello, peccato che il fuorigioco fosse esagerato come il resto del Milan che stava catapultandosi sulla Juve.
È stato a questo punto che Seedorf ha iniziato a fare il bullo, nel senso di quello superiore al resto del gruppo, che quindi si prende delle licenze non concesse ad altri. I due tocchi in area per Ambrosiani al 25' e per Indaghi dopo 7 minuti della ripresa sono due cose che fanno piacere al calcio. Quando sei lì dove si trovava lui, ragioni e compi il gesto che porta in gol, significa che sei padrone del tuo destino e decidi anche quello degli altri. Sul campo naturalmente.
E poi Superpippo, dentro come un serpente e subito in gol, poi sempre sul filo del baratro e sempre un dolore per la retroguardia juventina.
Il Milan ha continuato a fabbricare calcio, il quarto gol è di Brocchi, della caparbietà con cui Inzaghi protegge in area e serve Ambrosini con una palla che gira alla velocità esatta per un impatto che farebbe invidia a un centro spaziale. Il capitano rossonero non deve neppure cambiare passo, calcia forte sul palo lontano e coglie l'incrocio con Manninger che fa finta di fare il portiere: palla imparabile, qui non ha colpe.
La Juve nel frattempo qualcosa ha messo in campo, anche un minimo di orgoglio che non lascia mai gli avversari al sicuro. La sua reazione più veemente è affidata al giovane Pasquato, diciott'anni, uno Juve, viene dal vivaio e ieri sera si è ritagliato un pezzo di mondo. Ha segnato il 3-1 a metà ripresa lasciando tutti sbigottiti per la classe con cui è intervenuto sul pallone e la tecnica che lo ha supportato.
Poi ci ha riprovato dopo papera di Dida che nella sua conclusione finale ha invece compiuto una piccola prodezza. Risultato largo, vittoria meritata, il resto è calcio d'agosto, lo sa Ranieri, ma lo sa anche Ancelotti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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