Rilanciare serie politiche sulle infrastrutture, i trasporti e la logistica significa porre solide basi per la ripresa dell'economia del nostro Paese. Ne è convinto Bartolomeo Giachino, presidente della Consulta nazionale per l'autotrasporto e per la logistica e sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti nell'governo Berlusconi.
«Trasporti e logistica - premette Giachino - sono un fattore competitivo nei sistemi economici perché incidono sui costi di produzione tanto quanto il lavoro. A causa della carenza di infrastrutture, della congestione del traffico e dei controlli doganali lenti in Italia la logistica incide sui costi di produzione per il 20%, contro il 15% in Germania. Una scaletta del 5% che equivale a 40 miliardi di inefficienza nei costi della logistica». Come abbattere questa tara pesante nella competitività del nostro sistema economico? «Non basta solo affrontare i problemi dei trasporti - risponde Giachino - ma occorre realizzare infrastrutture ben collegate con porti e interporti, ed eliminare le strozzature dove oggi si verificano rallentamenti del traffico. Durante il governo Berlusconi è stato inaugurato il passante di Mestre, uno degli snodi più importanti d'Europa, ma restano ancora da risolvere i problemi dei colli di bottiglia intorno alle aree urbane di Roma, Napoli, Milano e Torino, e da realizzare infrastrutture intorno al porto di Genova».
L'inadeguatezza dei porti italiani, la lentezza dei controlli doganali e l'inefficienza dei collegamenti fanno perdere al Paese importanti opportunità. «I nostri porti - afferma Giachino - non riescono ad accettare nemmeno tutti i container diretti in Italia, figuriamoci quelli diretti ad altri Paesi. Questo costa all'Erario una perdita di tasse portuali e all'economia un buon 0,5% del Pil». Un costo che si aggiunge a quello causato dalla congestione del traffico, e che secondo il presidente della Consulta nazionale per l'autotrasporto e per la logistica, «incide sul nostro Pil per il 2%, contro l'1% a livello medio europeo.
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