L’amore è eterno, finché dura. Riconosciuto il copyright della celebre frase a Carlo Verdone, arguto e disincantato osservatore di usi e costumi italiani, andiamo dritti al cuore. O meglio a due cuori che, qualcuno, dà per infranti. Ma che, a sentire i diretti interessati, sarebbero soltanto sensibili, come quelli di qualsiasi altra coppia, ai sismografi della vita. Stiamo parlando dei cuori di Fausto e Lella Bertinotti che, a quarantacinque anni dalla posa della prima pietra del loro matrimonio, assistono in queste ore ad un susseguirsi di notizie che, questo medesimo matrimonio, darebbero per finito. In effetti, sulle prime, la notizia, diffusa con la solita riservatezza da Dagospia, ovvero il gossip fatto internet, sembrava e può sembrare ancora attendibile, a taluni. Considerato che i due, dopo quasi mezzo secolo di uscite in pubblico sempre in tandem, da qualche tempo hanno imboccato strade diverse. In altre parole uno esce e l’altra sta in casa. O viceversa.
Come è accaduto, in tempi recenti ad un paio di riunioni conviviali dei salotti romani. Dove l’unica a presentarsi è stata lei, Gabriella Fagno Bertinotti, detta Lella - rivelava ieri la fonte gossipara - con l’aria mesta e un po' frastornata di chi ha appena preso una facciata contro un muro. Un muro di Berlino, la loro unione. Considerata negli insidiosi e velenosi corridoi di Palazzo Madama e di Montecitorio, ma anche nell’Italia dei compagni e delle compagne duri e puri, l’ultimo baluardo della solidità coniugale. Fatto sta che, incavolata neanche poco, è stata proprio Lella Bertinotti, chiamata dai giornalisti a smentire la notizia: «Macché fine di un matrimonio, sono a casa con i miei nipoti se volete vi passo mio marito che ve lo conferma». E con l’agenzia Ansa ha rincarato la dose ironizzando: «È una storia costruita ad arte da una persona che vuole screditarmi, mi odia. E non fa altro che gettare fango su di noi. Quella stessa persona era presente a una serata dove sono stata invitata, e dove, tengo a sottolineare, ho mangiato tre piatti di pasta, altro che a digiuno perché triste».
Eppure il giallo-rosa rimane. Almeno fino a tarda sera. Perché, non solo i giornalisti, ma anche gli amici e gli amici degli amici vogliono sapere. Ed è proprio un amico della coppia che si sbilancia e parla di un litigio a causa del figlio Duccio. «Già altre volte è accaduto in passato che avessero litigato, Fausto perde le staffe quando la moglie si intromette troppo nella vita del figlio». E quindi, inevitabilmente, ripartono domande e ancora domande sulla vera o presunta crisi storica che starebbero vivendo: «Siamo - puntualizza la signora Bertinotti - nell’ambito del privato... Quale coppia non litiga e non ha attraversato momenti più difficili di altri? Figuriamoci allora due come me e Fausto che stanno insieme da tanti anni... Ma non è neanche il caso di parlarne».
L’album delle fotografie del loro matrimonio si apre sul lago Maggiore. È l’estate del 1965 quando Fausto e Lella dicono il loro sì. Addirittura in chiesa. Nella parrocchiale di Varallo Pombia il paese natale di Lella e dei genitori di Fausto. «Nozze in chiesa anche per esaudire il desiderio della madre di lui, Rosetta, che era molto cattolica. Eppoi, io ero minorenne: allora, a 19 anni, bisognava chiedere il permesso ai genitori - racconterà la signora Bertinotti nella prima di innumerevoli sue interviste -. Ci siamo conosciuti quando io avevo 15 anni e lavoravo come assistente alla colonia elioterapica organizzata dal Comune, Fausto era il direttore. Aveva cinque anni più di me. A dire il vero mi fu subito antipatico. Ma un anno dopo è scoppiata la scintilla, ci siamo messi insieme e da allora non ci siamo più lasciati... Andavamo al cineforum, alle feste dei partigiani. Io gli facevo molte domande di politica. Lui era un socialista lombardiano». Ma, in queste ore, il leader di Rifondazione che fa? È vero che ha scelto l’Aventino, ovvero vive un momento di riflessione? «Siamo complici, parenti, siamo cresciuti insieme - incalza la signora Gabriella Fagno Bertinotti -. Fausto è un uomo difficile, è vero, ma dalle 21 in poi diventa molto gradevole. Sincerità per sincerità non mi piace la sua cocciutaggine. Quando prende una posizione non la molla. Passano mesi prima che riconosca di aver torto. Poi è permaloso. Forse perché lo critico troppo. La sua frase ricorrente è: “Potresti smetterla per cinque minuti di darmi consigli?”».
E se dietro il giallo-rosa di quest’inverno di coppia ci fosse una donna? Sgombra il campo ancora lei, l’irriducibile signora Lella: «Se fossi gelosa a quest’ora sarei finita.
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