Il giallo dell’ereditiera che amava i gioielli

MilanoUccisa con un colpo alla fronte, spogliata e lasciata solo con la biancheria intima. Tolte le scarpe ma anche i gioielli e un prezioso orologio. È la tragica fine di una ricca vedova di 69 anni, trovata nella sua vettura parcheggiata in periferia. Donna dalla condotta irreprensibile, dopo la morte del marito e del padre, non avendo avuto figli viveva sola con la sua cagnolina che, ulteriore giallo nel giallo, nessuno sa che fine abbia fatto.
L’allarme martedì poco prima delle 19. Viale Sarca, stradone alla periferia nord. Un passante cammina svelto sotto la pioggia che da domenica martella la città. La sua attenzione viene attirata da una Huyndai Accent blu. Dentro il corpo di una donna seminuda riverso sui sedili anteriori: le gambe sul lato guida, il busto reclinato sul sedile del passeggero, le braccia sotto la testa. Dalla targa si risale a Maria Teresa Procacci, nata nel ’40 a Bologna, vedova residente in via Venini 38/2. Ma la donna da un anno ha lasciato quell’appartamento, in ristrutturazione, per trasferirsi in un altro alloggio poco distante. Questo crea qualche problema all’identificazione ma alla fine viene rintracciato il fratello, Giuseppe, 65 anni.
Maria Teresa, agiata famiglia milanese, cresce in via Venini, vecchia strada Milanese non lontana dalla stazione Centrale. Lascia il quartiere dopo il matrimonio, con un uomo altrettanto benestante, per poi tornarci dieci anni fa quando rimane vedova. Vive con il padre fino all’anno scorso, poi l’anziano muore, lei affida a un’impresa i lavori e si trasferisce poco distante, in via Lumière 5. Vede quasi ogni giorno il fratello e la cognata, che abitano nella vicinissima via dei Cybo 4. Ma conduce anche un’intesa vita sociale: molto elegante, colta, piena di interessi, parla inglese e francese. In particolare ama la cultura d’oltralpe, va spesso in Francia e chiama la sua cagnetta, una femmina di Carlino, Amélie Sophie.
Lunedì sera incontra Giuseppe per salutarlo, il giorno dopo a mezzogiorno sarebbe partita per la Toscana, per passare il ponte del 1° Maggio nell’agriturismo di una coppia di amici. E in effetti martedì, probabilmente verso mezzogiorno, prepara le valigie e prende Amélie per portarla da amici, che hanno un maschio della stessa razza, dove rimarrà durante le sue vacanze. Compra del cibo per cani e sale in macchina. E sparisce. Nel tardo pomeriggio il fratello, non sentendola, chiama l’agriturismo ma gli amici rispondono di non averla ancora vista. Alle 19 la scoperta.
Ora si tratta di capire chi abbia ucciso una signora dalla vita così trasparente e perché. In serata si era parlato di un compagno, un uomo di 57 anni, rintracciato e subito uscito dalle indagini. Da capire se l’assassino sia nella cerchia delle amicizie oppure si sia trattato di un aggressore occasionale, magari attratto dai gioielli che lei amava esibire. Si parte dunque dai dati certi. Data la posizione del corpo, gambe sul lato guida, si può dedurre che la donna abbia condotto la vettura fino al punto in cui è stata ritrovata. È stata poi uccisa nella vettura con un corpo contundente non ancora trovato: lo testimoniano gli schizzi di sangue sull’abitacolo. Il delitto è avvenuto qualche ora prima del ritrovamento, il sangue aveva infatti iniziato a raggrumarsi. Quanto al movente si esclude il raptus sessuale nonostante la donna sia stata spogliata: una scelta dell’assassino al momento indecifrabile.

Molti dubbi anche sulla rapina: la casa era in ordine, chiusa a chiave, e la borsetta è stata ritrovata con soldi e cellulare. Anche se tutti gli amici concordano su un punto: la signora amava coprirsi di gioielli, collane, bracciali, anelli e un prezioso orologio. Tutto sparito, eccetto un bracciale, insieme agli abiti. Sparita anche Amélie.

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