Roma

Giallo di Focene, assassini in trappola

Alessia Marani

Il giallo sul delitto di Renato Biagetti è a una svolta. Fermato e interrogato per tutta la notte nella caserma dei carabinieri del reparto territoriale di Ostia in via Zambrini un giovane di Focene. Gli inquirenti avrebbero, dunque, rintracciato uno dei due assassini scesi dalla Golf grigia per «punire» Renato, 26 anni, e i suoi due amici, Paolo e Laura, rimasti feriti. Si tratterebbe di un ragazzo incensurato di 19 anni moro, claudicante, proprio come descritto nell’identikit ricavato dagli inquirenti e intestatario di una Golf. Non solo. Anche l’arresto del secondo uomo, anch’egli senza precedenti penali, sarebbe ormai questione di momenti. A fornire una prima descrizione degli assalitori sarebbe stata la stessa vittima una volto giunto in ospedale poco prima di morire. Da chiarire ancora chi dei due abbia colpito a morte Renato. «Quando siamo arrivati sul posto quelli ci hanno detto che la festa era finita - ha raccontato il sospettato agli uomini del nucleo operativo di Ostia -. Noi volevamo andare lo stesso, da lì è nata la lite».
Sembra quindi definitivamente escluso il movente politico del raid. Ma il mondo dell’antifascismo militante si è comunque mobilitato. Renato, ingegnere a Roma Tre, tecnico del suono, frequentava il centro sociale «Acrobax» all’ex cinodromo di Marconi, in via della Vasca Navale. Di cui il fratello, Dario, «Darione» per tutti, è uno degli attivisti. Solidarietà per il compagno «Renato» arriva da tutt’Italia. E ieri sera, perché quanto accaduto a Focene «non resti impunito» si è riunito persino il collettivo Orso (l’Officina delle resistenze sociali) di Milano. Mentre oggi alle 17, in attesa che l’autorità giudiziaria metta a disposizione la salma del ragazzo dopo l’autopsia per i funerali, nella struttura okkupata, Acrobax chiama «tutti i compagni e le compagne, gli amici e le amiche di Renato - così si legge in un comunicato - a partecipare a un’assemblea urgente che sia in grado di fermare immediatamente il tentativo di ricondurre quello che è successo all’ennesima lite tra balordi». La pista chiamata in causa? Quella dell’attacco fascista, o «fascistoide» in quanto a modalità.
I due carnefici si sarebbero avvicinati a Renato e ai suoi due amici, Paolo e Laura, sul viale di Focene, il corso parallelo all’arenile, intorno alle cinque del mattino. «Siete ancora qua? Tornatevene a Roma», poi la rissa, le coltellate, Renato che cade a terra esangue. Una spedizione per far capire una volta per tutte che quel ritrovo in riva al mare gestito da una coop vicina a Rifondazione non è gradito? Gli investigatori lo hanno già escluso. L’ipotesi è quella di una «bravata» da sabato sera magari alimentata da alcool e droghe finita in tragedia.
Ieri intanto l’intervento del sindaco Veltroni: «È necessario che si arrivi fino in fondo perché un episodio i cui responsabili devono essere presto assicurati alla giustizia.

È stato ucciso un ragazzo che aveva una forte coscienza sociale e civile».

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