Si svolgerà il prossimo 24 settembre ludienza preliminare del processo a carico di Raniero Busco, accusato di omicidio volontario per la morte di Simonetta Cesaroni, allepoca fidanzata di Busco. Sarà in quella sede il gup Maddalena Cipriani a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata nei confronti di Busco dal pm Ilaria Calò, salvo che lo stesso imputato non chieda di essere giudicato con un rito alternativo.
Laccusa contro Busco si regge su pochi e non chiari elementi. Tra questi la compatibilità tra la dentatura dellimputato e il morso rilevato sul seno della vittima, emersa da una consulenza e gli accertamenti su una traccia di sangue trovata sulla porta dingresso della stanza dove fu trovata Simonetta allinterno dellufficio di via Poma, la cui appartenenza a Busco non è stata confermata ma nemmeno esclusa.
Busco, che oggi ha 44 anni, venne iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario allesito dei risultati di una consulenza sul corpetto che la Cesaroni indossava quando fu uccisa. Sullindumento gli esperti trovarono una traccia genetica, estratta dalla saliva, riconducibile alluomo. Questi giustificò la presenza di tale traccia con alcune effusioni che si sarebbe scambiato con la ragazza la sera prima del delitto.
Sono trascorsi 19 anni da quel 7 agosto del 1990 in cui Simonetta Cesaroni fu assassinata a coltellate nellufficio dellAssociazione alberghi della gioventù, in via Carlo Poma 2, di cui era dipendente. Simonetta, che aveva 21 anni (era nata il 5 novembre del 1969), di solito tornava a casa verso le 20. La sorella Paola si allarmò per il ritardo, si recò in via Poma e costrinse la moglie del portiere Pietrino Vanacore, ad aprire la porta dellufficio. Qui venne trovata, morta e seminuda, Simonetta, uccisa da 29 colpi di unarma da taglio, probabilmente un tagliacarte.
Pochi giorni dopo, il 10 agosto, fu fermato Pietrino Vanacore, il portiere dello stabile. Nellaprile del 1992 fu recapitato un avviso di garanzia a Federico Valle, nipote dellarchitetto che abitava nel palazzo al quartiere Prati. Nel giugno dellanno successivo il gup prosciolse Valle dallaccusa di omicidio e Vanacore da quella di favoreggiamento, non accogliendo così la richiesta di rinvio a giudizio formulata della procura. Per la stessa accusa di favoreggiamento lex portiere un anno fa fu di nuovo iscritto nel registro degli indagati e subì una perquisizione nellottobre scorso alla ricerca di unagendina che secondo chi indaga avrebbe potuto fornire elementi utili per fare luce sul caso. Avendo dato esito negativo, la procura ha già chiesto di nuovo larchiviazione della posizione di Vanacore. Tra gli altri indagati per questa vicenda figurò anche Salvatore Volponi, il datore di lavoro di Simonetta, la cui posizione fu poi archiviata. Il 30 gennaio del 1995 uscirono definitivamente di scena Valle e Vanacore: la Cassazione confermò infatti la decisione di non rinviarli a giudizio.
Poi nel gennaio 2006 la svolta con i risultati delle analisi del dna trovato sugli indumenti di Simonetta, che chiamarono in causa Busco, iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario nel settembre 2007.
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