Giallo sulla morte di un altro giornalista russo

Yaroslav Yaroshenko, 63 anni, direttore del mensile Corruzione e criminalità di Rostov, è morto dopo un incidente sul portone di casa. I colleghi: aggredito per il suo lavoro di denuncia. Ma qualcuno parla di caduta involontaria

Non solo Anna Politovskaya, che è ormai diventata un simbolo dell'eroismo di molti giornalisti russi. Da oggi una nuova morte sospetta getta un'ombra sulla Russia di Vladimir Putin. Un altro giornalista, Yaroslav Yaroshenko, 63 anni, direttore del mensile Corruzione e criminalità di Rostov sul Don, nella Russia meridionale, è deceduto oggi, due mesi dopo un controverso incidente sul portone della sua abitazione mentre rincasava. Yaroshenko ha subito l'incidente aggressione da parte di uno sconosciuto ed ecco il giallo: i colleghi della vittima sostengono che il fatto non sia casuale e indicano il movente nelle denunce della testata. L'altra ipotesi, tuttavia, è quella di involontaria caduta, come sostengono alcuni testimoni oculari che hanno così giustificato la mancata apertura di un'inchiesta da parte della polizia.
«Il portavoce del dipartimento regionale degli affari interni, Aleksiei Polianski, ha riferito che non vi sono sufficienti prove di un attacco. L'Unione dei giornalisti, dopo l'episodio, aveva annunciato l'intenzione di aprire una sua indagine sulla presunta aggressione, l'ultima di una lunga serie contro giornalisti e attivisti dei diritti umani in Russia.


Il vice di Yaroshenko, Serghiei Sleptsov, non ha dubbi sul fatto che si sia trattato di un'aggressione, di una vendetta per le denunce del giornale. «Ho le mie ipotesi sugli organizzatori ma per ora non voglio renderle pubbliche» ha dichiarato il giornalista, ricordando di aver subito nel 2007 un analogo attacco, di cui non sono stati mai individuati gli autori.

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