Alessia Marani
Della «memoria» il Comune di Roma sembra tenere davvero poco conto. Specialmente di quella di chi sè immolato per la patria, combattendo da eroe, salvando altre vite umane. La «dimenticanza», questa volta, ha un nome e cognome: Pietro Bernardini, classe 1914, tenente della Divisione Torino, che combattè a fianco della Folgore nella battaglia sul Don. Resti e ricordi del comandante ai cannoni che morì nel 41 coprendo la ritirata di 180 fucilieri fino a poco tempo fa erano custoditi nella sala «ex combattenti» al civico 8 di via Arco dei Banchi, a due passi da Corso Vittorio.
Un busto in bronzo, lorologio doro che indossava in punto di morte, persino le lettere scritte dal fronte alla fidanzata, testimonianza struggente damore e valore, erano esposte in una teca col beneplacito dei familiari. «Oggi di tutti questi beni affettivi - denuncia la sorella di Pietro, Maria che vive coi nipoti Valerio e Valentina a Monteverde - non sappiamo che fine abbiano fatto. Il Campidoglio proprietario dellimmobile in questi anni ha ceduto i locali e lultima volta che siamo andati per visitare la teca cè stato negato laccesso. Vorremmo sapere che cosa è successo nel frattempo. Se gli oggetti di Pietro sono ancora lì, oppure se qualcuno si è preso la briga di spostarli e sistemarli in un magazzino. O peggio se sono stati gettati via. Se proprio nessuno vuole ricordare mio fratello - conclude - vorremmo almeno poter rientrare in possesso delle sue cose». Maria ricorda che fino al 94 ogni 6 dicembre, anniversario della morte, il cappellano militare celebrava una messa di suffragio alla presenza dellAssociazione degli ex combattenti e del sindaco di Roma. «I trombettieri intonavano il silenzio - ricorda ancora la donna - era un momento molto commovente. Da allora, però, è cominciato loblio».
Il Campidoglio mette in vendita limmobile. «Prima lo cede alla comunione delle Asl - spiega lavvocato Giovanna Rossi, figlia delle signora Bernardini - poi ledificio passa alla Bnl, quindi, di recente, avviene la cessione a unaltra società che fa capo a un palermitano. Abbiamo tentato in tutti i modi di avere assicurazioni sulla fine della teca, ma nessuno ha saputo dirci nulla».
Sfrattati assieme con quel che rimane della memoria del tenente Bernardini sono i reduci dellAssociazione degli ex combattenti. «Subito dopo la Guerra - racconta il presidente, Giuseppe Bertolami, ormai ottantaduenne, il Banco di Santo Spirito ci ospitò nei locali di via Arco dei Banchi. Quindi ledificio passò di mano al Comune di cui siamo stati locatari per lungo tempo. Certo, oggi, anche la nostra associazione è in crisi, basta pensare alletà di chi rimane, molti non ci sono più. Allinizio del mese lappartamento che ospitava la sala combattenti con la vetrina dedicata al tenente Bernardini è stato venduto alla Leonardo srl. Ditta che ha urgenza di fare dei lavori di restauro. La struttura, infatti, è cadente. Cè un controsoffitto pericolante. A noi, di fatto, è stato sbarrato laccesso e abbiamo fatto richiesta al Comune perché ci dia altri locali in cui trasferire la nostra sede, ma senza risposta.
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