Cronaca locale

GIANFRANCO FERRONI A Palazzo Reale il realista esistenziale

GIANFRANCO FERRONI  A Palazzo Reale il realista esistenziale

«Un artista per disciplina». Così Vittorio Sgarbi ha definito Gianfranco Ferroni, presentando l’omonima mostra che delizierà «La Bella estate» dei milanesi da domani al 16 settembre. «Ogni giorno, con pazienza e dedizione, Ferroni si è educato la mano per arrivare alla perfezione».
Le opere del pittore nato a Livorno, ma milanese di adozione, saranno ospitate al piano terra di Palazzo Reale. A fianco, un’altra grande mostra, quella di Botero. «Li abbiamo voluti accostare - ha continuato Sgarbi - perché sono l’opposto e probabilmente se si fossero conosciuti non si sarebbero piaciuti». Da una parte Botero: internazionale, amante del colore, delle forme ampie e generose. Dall’altra Ferroni: un artista sofferto con una pittura che esprime insoddisfazione.
Duecento le opere in esposizione tra dipinti, disegni e grafiche che percorrono i diversi stili del pittore. Per la prima volta, i suoi lavori sono stati contestualizzati mettendoli a confronto con altri grandi contemporanei: da Boccioni a Otto Dix, passando per Antonio Lopez Garcia e Morandi. Ogni stanza, infatti, ospiterà anche un’opera di un altro pittore che per tecnica, tema o stile ha un legame con la produzione ferroniana.
Il percorso espositivo parte dai lavori degli anni Cinquanta, improntati ad un realismo ideologicamente schierato verso i dettami estetici del Partito Comunista. Poi la svolta, con l’ingresso delle truppe sovietiche a Budapest nel novembre 1956 ed il suo progressivo distacco dal comunismo. Una ricusazione che lo porterà a distruggere molte delle opere prodotte in quel periodo. Nel percorso espositivo emerge un personaggio colto, attento e aperto alle suggestioni che gli vengono offerte dalla letteratura e dal cinema. Il catalogo della mostra (Skira) tra gli altri ospita «parole di» Vittorio Sgarbi, Alberto Boatto, Silvio Lacasella e, caso più unico che raro, «un lamento» di Marco Vallora, ritiratosi dall’incarico di curatore in polemica con il progetto finale approvato dal Comune. «L’avrei fatta in modo diverso - ha rivelato - ma sono comunque contento per la realizzazione di una mostra su Ferroni».

Un allestimento che dialoga in parallelo con la mostra di Bergamo, che sarà possibile visitare al costo di cinque euro per chi si presenterà con il biglietto di Milano.
Ferroni
intero 7 euro, ridotto 5 euro
Palazzo Reale, dal 6 luglio al 16 settembre

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