Gian Marco Chiocci
da Roma
Locchio nero, il gesso al braccio, le ginocchia e le spalle tumefatte. Lividi, ferite, tagli dappertutto. Il referto del pronto soccorso dellospedale SantAndrea parla di almeno quaranta giorni di prognosi, lui invece parla a fatica perché se apre bocca urla dal dolore: «Quello che laltra mattina mhanno fatto Giannini e il suo scagnozzo davanti a mia moglie lho detto alla polizia. Una roba agghiacciante... un agguato... mhanno massacrato di botte, mi potevano anche ammazzare!». Lui, la vittima, è Alberto Soldini, ex patron della Sambenedettese. Nega tutto Giannini, il presunto aggressore, che di nome fa Giuseppe, ed è conosciuto come «il Principe», già capitano della Roma, un presente da allenatore con un infelice trascorso proprio sulla panchina della squadra marchigiana. Laltro, lenergumeno «grande e grosso che mha pestato a sangue dandomi una testata eppoi un sacco di calci insieme a Giannini quandero ormai a terra» si è presentato sulluscio della villa a nord di Roma come un amico di Beppe: «Me chiamo Pietro - ha detto - so un parente suo, che cjai da guardà? A preside ie devi da li sordi a Giuseppe, sennò per te so dolori».
Stando alla versione fornita alla polizia dallex presidente della squadra rossoblù, Giannini avrebbe affrontato il suo vecchio datore di lavoro direttamente sotto casa reclamando quattordicimila euro, lequivalente dellultimo stipendio non pagato. Per la cronaca laggressione sarebbe avvenuta nello stesso giorno, e alla stessa ora, dello scontro fra due treni nella metropolitana di Roma.
La versione di Soldini è nel verbale di un commissariato, ed è questa. Intorno alle nove e trenta di martedì scorso limprenditore romano esce di casa, sale in macchina con la moglie e un amico. Ha un impegno urgente, va di fretta. Non appena oltrepassa il cancello nota un fuoristrada metallizzato grigio con allinterno un viso conosciuto. È Giuseppe Giannini, spiega alla polizia. Incuriosito da quella presenza, a quellora del mattino, scende dallauto e va incontro sorridendo allex mister da lui precedentemente esonerato. «Ciao Giuseppe, che ci fai qui?». Il tempo di finire la frase e Giannini batte cassa. Chiede il saldo, con un tono ancor più minaccioso rispetto ad alcune telefonate fatte in precedenza. A sorpresa sintromette laccompagnatore di Giannini e con limprenditore ortofrutticolo sono subito scintille. «Lo sai che cè un procedimento fallimentare in atto, devi avere pazienza. Ma tu invece - rivolto al ragazzo - che vuoi che mi guardi in quel modo?...» taglia corto Soldini. È un attimo. L«energumeno» si avventa sullex presidente. Prima lo strattona, poi lo colpisce al volto. Soldini crolla sulle ginocchia sotto lo sguardo, atterrito, della moglie e dellamico rimasto oltre la cancellata. Laggredito prova a reagire ma calci e pugni lo respingono a terra. Urla. Richieste daiuto. Quando arrivano i vicini, gli aggressori mollano la presa: «Questo ti serva da lezione, domani ripassiamo. Facci trovare i soldi... tutti». Giannini e laccompagnatore, sempre secondo il racconto di Soldini, a quel punto si allontanano. Lui finisce allospedale, ma la storia non finisce qui.
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