Max Blardone c'è. Sul podio, il primo per gli uomini italiani in questa stagione, il ventesimo per lui in una carriera che da nove anni lo vede fra i primi sei del gigante, alla faccia delle critiche, delle polemiche, delle incomprensioni e chi più ne ha più ne metta. A Val d'Isère, sull'incredibilmente ripida Face de Bellevarde, sulla sua pista, quella che in quattro edizioni l'ha tradito solo una volta, ai Mondiali del 2009 col podio mancato per pochi centesimi, l'ossolano di 31 anni ha chiuso terzo alle spalle dell'extranevestre Ted Ligety e di Aksel Lund Svindal. Gara spettacolare, Ligety imprendibile, una spanna, anzi un secondo abbondante sopra tutti, e proprio i distacchi sono l'unica delusione di giornata per Blardone: «Abbiamo preso troppo, io e anche gli altri italiani, come piazzamenti è stata una gara buona (Simoncelli 7° e Moelgg 9°, nessun'altra squadra con tre nei dieci, ndr), ma i distacchi sono eccessivi».
Ligety imbattibile? A giudicare dalle prime due gare dell'inverno sì, la sicurezza ostentata a Beaver Creek sei giorni fa e rimessa in mostra ieri su una pista che gli incuteva timore (pensa agli altri!) lasciano poche speranze ai rivali, l'americano sembra aver raggiunto la totale maturità tecnica e soprattutto tattica, lui che in passato ha sprecato spesso per la smania di strafare.
Max Blardone sostiene ora che questo podio non aggiungerà nulla alla sua convinzione di poter fare bene fra sette giorni in Val Badia, nel gigante casalingo dominato un anno fa davanti all'acerrimo rivale Davide Simoncelli, e c'è da credergli, di sicuro però questo podio ci voleva, per il morale della squadra, dei tecnici, dell'ambiente. Che poi a Max non importi nulla di ciò che gli sta attorno, che lui abbia la capacità di isolarsi e motivarsi da solo, questa è un'altra storia, dalle sue parole di ieri emergono però il grande orgoglio e l'animo guerriero che anche quest'inverno lo spingerà a lottare per la coppa del mondo di specialità, sempre sfuggita per pochi punti: «Ho avuto fortuna a pescare il numero 1, anche nella seconda manche però con la pista rovinata e l'ombra me la sono più che cavata, il 20° podio della carriera è un grande traguardo e la dimostrazione che io ci sono sempre».
Max Blardone c'è e sicuramente ci sarà, assieme a Davide Simoncelli e agli altri gigantisti azzurri, anche domenica prossima, nell'attesissimo gigante dell'Alta Badia.
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