Gilardino&Sheva votano la fiducia al Milan

Simic, Nesta e Kaladze blindano finalmente la difesa. Decisiva anche la nuova posizione affidata a Kakà

Gilardino&Sheva votano la fiducia al Milan

Franco Ordine

nostro inviato a Livorno

Il grande ritardatario del campionato, il Milan, ha preso al volo l’ultimo eurostar del 2005. È passato da Livorno, ha consegnato nel pacco dono tre gioiellini di gol a Donadoni e compagni ed è tornato a casa nella notte per le feste con animo meno mesto. Non è successo quasi niente in classifica e invece è successo quasi tutto in campo, ieri a Livorno. Primo accadimento: la vituperata difesa del Milan, senza Maldini, Cafu e Stam, è riuscita a non prendere neanche un gol. E a rischiare pochissimo contro Lucarelli e compagnia. Seconda notizia: quel magnifico animale da gol, Gilardino, continua a timbrare il cartellino. È al quattordicesimo gol della stagione: mica male come produzione industriale. Terza notizia, è quella della sera: il Milan ha cambiato disegno tattico senza stravolgere lo schieramento delle due punte più il trequartista. Chiedendo a Kakà di fare l’esterno, ora a destra, ora a sinistra, e la correzione produce effetti virtuosi, sul rendimento del brasiliano oltre che sulla tenuta del centrocampo. Sempre padrone del campo, il Milan mette al muro il Livorno e gli lascia solo delle briciole, neanche un rimpianto.
Tra la festa a Protti, gli insulti al «nemico» Di Canio («A testa in giù», lo slogan elegante) e il panico per un calo di tensione nell’impianto di illuminazione, c’è il tempo per prendere nota del cambiamento preparato da Ancelotti. Sul prato di Livorno il disegno richiama un 4-4-2 inedito con Kakà, chiamato a partire dalle piste laterali, a destra o a sinistra, per trovare spazio e sorprendere i livornesi. La mossa riesce anche se, proprio sui binari, il brasiliano Prates da una parte e il riciclato di lusso Coco dall’altra, procurano più di qualche fastidio al sistema di gioco rossonero. Comanda il Milan, sul piano del gioco. E se lo si lascia giocare, con i suoi fraseggi, il suo palleggio, c’è il rischio di aprirgli la strada verso il gol come succede a metà della prima frazione. Il triangolo è di quelli che tagliano a fette qualsiasi difesa: Kakà suggerisce per Shevchenko che apre, su errore di Galante, la strada a Gilardino con un tocco corto: il biellese prende la mira e toglie la ragnatela nell’angolo di Amelia. La risposta del Livorno è tutta racchiusa in un paio di sprint delle due ali, concluse da qualche cross alla ricerca di Lucarelli.
Nella ripresa, il Milan invece di retrocedere a difesa del vantaggio, decide di portare la guerra nella metà campo del Livorno. Appena la squadra di Donadoni concede gli spazi, ecco che i berlusconiani montano in cattedra e apparecchiano un sontuoso 0 a 3 che ammutolisce lo stadio. Prima d’inchiodare il raddoppio, Gilardino si vede respingere dalla traversa una bellissima trama con Sheva e Seedorf. L’ucraino e l’olandese insistono nel preparare un’altra imboscata e allo scoccare dell’ora servono la palla giusta che Gilardino «inforna» come una pizza nella porta di Amelia. Col passare dei minuti, il Milan dilaga. E sulla punizione di Pirlo, ecco lo schema che spalanca anche a Shevchenko la strada del gol personale. Di testa, a centro area, va a raccogliere il lancio dopo aver fatto perdere le proprie tracce ai difensori di Donadoni.
A quel punto la partita è finita, al pari della ricreazione.

Il Livorno va incontro alla propria dimensione tecnica: la curva, riconoscente e forse anche consapevole dei mezzi, ringrazia con applausi. Bel segno di intelligenza. Il Milan saluta l’anno orribile 2005 con tre squilli di tromba che depongono a favore di una lenta ma decisa ripresa. Nel nuovo anno controlleremo.

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