La Ginestra rincorre i suoi anni

Siamo accerchiati da un plotone di attori brillanti, cabarettisti, comici, e futuri mattatori. Tutti romani e simpaticissimi. La capitale pullula di talenti pronti a farti ridere con tutti i mezzi a disposizione. Compresi cattivo gusto e decibel in eccesso. Ma per fortuna che c’è l’isola felice di Michele La Ginestra, attore che cerca di divertire come una volta: usando talento e dosi massicce di buon gusto. Quanto basta.
L’ultimo spettacolo in scena fino al 7 febbraio al Teatro della Cometa (via del teatro di Marcello), A Ruota libera, (scritto in coppia con Adriano Bennicelli per la regia di Sergio Zecca) ne è un esempio calzante. Si tratta di un excursus nel sentiero dei ricordi di un «ragazzo» nato nel 1964 visto attraverso i mezzi di locomozione. Cominciando naturalmente dal triciclo. Una messa in scena in due atti assai cinematografica, un tour de force locomotorio scandito dal «correva l’anno» che ha necessitato di una certosina messa a punto. E dove tutto funziona a meraviglia. Ben coordinato nelle battute, si ride soprattutto nella prima parte che prende in esame l’infanzia e la travagliata adolescenza di Michele (autobiografico come l’Apicella di Moretti?). Sembra, ma non è, uno dei tanti «anima mia», come vanno di moda di questi tempi. Infatti è infarcito di girelle motta, camillini, austerity, annunciatrici televisive, Laverda. E tanta (buona) musica di un’era musicalmente irripetibile. Ma la differenza è che non si tratta della solita lista utile a scoperchiare nostalgie e appiccicosi rimpianti. No, qui si fa la storia d’Italia di un romano Michele come tanti.
Il resto della compagnia, gli attori Francesca Baragli, Claudia Campagnola, Massimo De Giorgio, Vania Lai, Matteo Vacca, sono bravi a darsi il cambio in perfetta sincronia. Il tutto sotto lo sguardo attento dell’amico Pierfrancesco Pingitore, ormai un assiduo frequentatore-talismano delle prime.
Contrariamente al suo aspetto da pupone Michele La Ginestra non è l’ultimo arrivato sulle scene teatrali e televisive. Tutt’altro. Nel suo affollato curriculum figurano il primo posto alla trasmissione «Beato tra le donne» (tra l’altro inaugurò la serie); la prestigiosa parte di Rugantino nel «Rugantino» di Garinei e Giovannini al Sistina nel 2001 e la conduzione nientemeno che dei «I fatti vostri» assieme a Roberta Capua su Raiuno sempre nell’anno di grazia 2001. In mezzo molti spettacoli da tutto esaurito come l’indimenticato, divertentissimo esordio No Smogolo al teatro dei Satiri nel 1992 (a quando il remake?), vincitore del premio Provateatro.
«Erano molti anni che volevo fare uno spettacolo che recuperasse i ricordi di tutti noi, o di chi ha almeno una quantina d’anni come il sottoscritto. E devo dire che non mi pento - racconta La Ginestra -.

Ora in molti mi chiedono di aggiungere quel pezzo della loro storia, e non è detto che io non l’aggiunga, anche perché mi piece pensare a uno spettacolo in continuo divenire perché l’ispirazione me la dà la gente che osservo». Tocca ritornare.

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