Gioca al tiro al bersaglio sui passanti: ferito un ragazzino

RomaTiro al bersaglio sui passanti. Per gioco. Affacciato alla finestra di un primo piano ha preso la mira e ha provato la precisione della sua Beretta ad aria compressa nuova di zecca. Qualche colpo e poi la fuga dietro le persiane di una modesta stanza d’albergo nei pressi della stazione Termini dove alloggiava da un mese. E per poco non faceva centro su un 15enne di Pordenone in gita scolastica. Il ragazzo se l’è cavata con una ferita di striscio all’orecchio e una prognosi di 7 giorni. L’hanno sollevato da terra bagnato dalla pioggia e dal sangue.
Tragedia sfiorata, ieri mattina, in via Manin ma la vicenda ricorda da vicino quella della studentessa Marta Russo, uccisa con un colpo di pistola alla «Sapienza» la mattina del 9 maggio 1997. L’uomo, un 39enne di Taranto con precedenti penali e dalla cocaina facile, è stato fermato mentre si aggirava con fare sospetto all’ingresso dell’albergo. Sarà processato con il rito direttissimo; per lui una sfilza di imputazioni, tra cui lesioni, ricettazione e porto abusivo d’armi. Inoltre il Comune si è costituito parte civile nel processo.
Risalire al pistolero non è stato difficile. I compagni hanno raccontato ai poliziotti di aver sentito alcuni spari provenire da un palazzo di fronte, in particolare da una finestra di una pensione a via Amendola, dalla quale sarebbero partiti 4 colpi di pistola. Perquisendo la stanza i poliziotti hanno trovato una pistola tipo «Beretta» ad aria compressa con incorporato un cilindro contenente gas CO2. Nascosti dentro una valigetta c’erano 600 proiettili di metallo, 10 capsule di CO2 usate per alimentare l’arma e alcuni documenti rubati. La pistola in questione, replica di una Beretta, è considerata di libera vendita, con l’unico obbligo del rivenditore di annotare su un apposito registro le generalità dell’acquirente. L’uomo, P.D.L., ha raccontato di aver comprato la pistola in un’armeria di viale Ippocrate a Roma e che voleva provarla senza l’intenzione di colpire qualcuno. Ma dalle testimonianze raccolte sul posto, la polizia ha appreso che altri passanti erano stati oggetto del tiro al bersaglio.
Un arresto lampo quello degli agenti del commissariato Viminale. PDL, 39 anni, residente a Taranto, già noto alle forze dell’ordine della capitale, viveva di espedienti. Era stato già denunciato per danni al patrimonio e piccoli furti, e agiva tra Porta Maggiore e Tor Bella Monaca nella periferia est della capitale. Lo studente dell’Istituto Tecnico Statale di Pordenone, nonostante lo spavento, non ha voluto essere trattenuto in ospedale e dopo la medicazione, d’accordo con gli insegnanti, ha preferito lasciare la struttura sanitaria. Il «cecchino» viveva in albergo a spese di una signora alla quale aveva rubato carte di credito e bancomat, sul quale era indicato in bella vista il pin per il prelievo, «che abbiamo subito riconsegnato alla proprietaria», ha spiegato il comandante del commissariato Viminale Suraci.

la polizia ha poi scoperto che l’uomo aveva cercato di acquistare una pistola vera ma non potendo esibire il porto d’armi l’armeria gli aveva venduto questa pistola-giocattolo, sempre Beretta e calibro 4,5, che lui teneva senza il tappo rosso in dotazione, che funziona con gas CO2 e spara piccoli proiettili appuntiti. Che a breve distanza fanno male.

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