«Giocava coi piccoli orfani e diceva: li sento figli miei»

«Tre anni fa mi incontrò e mi chiese: posso partire con te?»

Nino Materi

Ci sono incontri che possono cambiarti la vita. E quell’incontro Stefano Bellaveglia l’aveva fatto tre anni fa.
Tramite amici che - come lui - sentivano il bisogno di «donarsi agli altri», era rimasto rapito dalla testimonianza di don Matteo Galloni, fondatore della comunità «Amore e libertà» che gestisce un orfanatrofio in Congo.
Tra don Matteo e Stefano era bastato uno sguardo per illuminare un’amicizia, subito rinsaldata da una richiesta: «Don Matteo, posso venire con te in Congo?».
Se l’era mai sentita fare una domanda simile da un uomo d’affari?
«Francamente no. Ma Stefano non era solo un manager, era un uomo che aveva colto il significato dei veri valori della vita».
Che ricordo ha del primo viaggio insieme nella Repubblica del Congo?
«Un ricordo bellissimo. Di lui che giocava con i bimbi della comunità e poi mi diceva: “È questa la vera felicità”».
Aveva una bella famiglia, eppure era come se cercasse nuovi «figli» tra i bimbi privi di genitori.
«È così. Si era immedesimato nel dramma di quei piccoli e verso di loro nutriva un affetto sincero. Dopo quel primo viaggio ne sono seguiti molti altri, tutti di grande intensità umana e all’insegna della riservatezza».
Come trascorreva le sue giornate in Congo?
«Si lavorava come in una grande famiglia. Un percorso di fede e solidarietà ravvivato dal sorriso dei bambini».
Quando lo ha visto per l’ultima volta?
«È stato lunedì scorso. Stava bene, tanto che avevamo fissato un appuntamento per oggi a Siena».
E invece...
«Invece ieri mi hanno chiamato dicendo che Stefano stava male. Sono corso in ospedale, ma era già morto».
Com’è possibile che un uomo come lui si sia fatto «sorprendere» dalla malaria?
«Non riesco a spiegarmelo. Sono anche io sotto choc. E dire che sarebbe bastata una pasticca di chinino per salvarlo».


Oggi celebrerà a Firenze una Messa in suo ricordo.Che cosa dirà agli amici e ai parenti?
«Dirò che un uomo come lui è un esempio per tutti. Stefano stava bene con se stesso, facendo del bene per il prossimo. Non è una cosa da poco, anzi è una cosa grandiosa».

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