«Gioco anomalo non vuol dire partita taroccata»

«Gioco anomalo non equivale a partita taroccata», è questo il messaggio scaturito dalla riunione che ha coinvolto, presso gli uffici di Aams, la Federcalcio, le Leghe e i più importanti operatori di scommesse sportive. Ma l’attenzione deve rimanere altissima. E il primo obiettivo è rappresentato dalla creazione di un protocollo di comunicazione tra concessionari, amministrazione e istituzioni sportive. Di questo si parlerà nel corso di un secondo meeting previsto fra due giorni. Aams si comporterà come sempre ha fatto, vale a dire informando in tempo reale Federazioni e Leghe sugli eventuali flussi anomali. Ora però ha un’arma in più. La Direzione dell’Ufficio Scommesse, a differenza del passato, può contare su un sistema informatico che consente di monitorare non sole le giocate singole, ma anche le multiple. Un quadro completo, insomma. E non perché siano aumentate in maniera esponenziale le partite dal gioco anomalo. Quanto per tutelare il mondo dello sport e quello delle scommesse che debbono apparire il più possibile trasparenti nell’immaginario collettivo. Il «warming» lanciato da alcuni operatori non è caduto nel vuoto. «È importante per tutti che i risultati sportivi siano corretti e leciti», la considerazione di Ughi, presidente di Snai SpA.
I dati sono oggettivi, le analisi no, legate come sono a svariate valutazioni. Per questo le parti in causa hanno in animo di catalogare le partite a rischio in base all’entità delle scommesse. Altrimenti ne verrebbe fuori un minestrone. Lo dimostra il fatto che il 50% delle partite poste sotto osservazione, secondo uno studio di Aams, è finito in modo regolare. Di qui la necessità di cancellare il teorema secondo il quale il flusso anomale del gioco comporta un taroccamento certo. È il punto di vista di Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro: «Appena si parla di anomalia si dà subito l’idea di qualcosa di negativo. Invece, è importante chiarire che un’anomalia non comporta necessariamente la realizzazione di un atto illecito. Resta implicito che le Leghe sono già pronte a intervenire con i propri ispettori, non appena venga segnalata un'anomalia di qualunque genere».
Spetterà comunque alle Leghe rendere pubblici o meno i dati ricevuti da Aams. E contemporaneamente allertare gli ispettori a scopo soprattutto preventivo. A loro volta i concessionari, che rischiano in proprio, possono cautelarsi cambiando le quote, inserendo le partite a rischio nelle multiple, sospendere addirittura il gioco. Qualche tempo fa ritirarono dal palinsesto la gara Albinoleffe-Piacenza, finita sul 3-3 per l’elevato numero di scommesse piazzate sul pareggio con tanti gol. Il clamore della vicenda, e non solo, ha indotto i magistrati napoletani dell’antimafia ad aprire un’inchiesta proprio su questa partita. «Ma camorra e scommesse sono cose che riguardano campi a noi totalmente sconosciuti» ha affermato Mondonico, allenatore dell’Albinoleffe.
Bocciata la proposta di mandare al rimborso le partite dal gioco poco chiaro per l’impossibilità di provare la combine: l’aveva lanciata Palmieri del Sicon.

«Non siamo noi i giudici, non possiamo fare il processo alle intenzioni», dicono i vertici di Aams. Ma il problema esiste in ogni parte del mondo. E l’analisi non può prescindere dal gioco che passa fuori dai canali ufficiali. Altrimenti ci confronteremo con una mezza realtà.

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