«Il gioiello italiano? Unico per lo stile»

Il salone orafo internazionale «Vicenzaoro Choice» torna a Vicenza, da oggi a mercoledì 14. Sono quasi 1.400 le aziende provenienti da 30 Paesi che presenteranno ori e gioielli. Non solo: i cinque giorni vicentini saranno per tutte occasione di confronto - con le nuove tendenze e i nuovi modi di vendere (sul web, ad esempio)- e di riflessione. Il filo conduttore della manifestazione, che è anche il tema della tavola rotonda (oggi alle 11.30 in sala Palladio) è «L’innovazione è nelle nostre mani. Ostinatamente italiani».
Si celebra così una delle migliori caratteristiche del Made in Italy, l’arte del saper fare, intesa come insieme di saperi, tradizione ed esperienza, «punti di forza della manifattura italiana» ha ricordato Corrado Facco direttore generale di Fiera di Vicenza.
Direttore, questo vuol dire che la gioielleria italiana è ancora leader?
«Fino al 2003 l’Italia era il primo produttore mondiale di oro e gioielli, poi è stata superata dalla Cina, dall’India e dalla Turchia. Al momento il mercato ha tre soluzioni: insistere sulla strada già tracciata delle esportazioni all’Est, privilegiare i gioielli di alta gamma, ossia quei manufatti che hanno un valore aggiunto oltre alla materia prima (carissima) o dedicarsi ai prodotti “leggeri”, con materiali preziosi contenuti, sempre per sganciarsi dall’incubo della materia prima...»
E il punto di forza delle creazioni italiane?
«È la cifra stilistica, la qualità del pezzo lavorato dall’artigiano, insostituibile: qui sì che siamo primi al mondo. Questo non significa o “brand” o niente. Non è possibile che tutte le aziende che fanno gioielli creino un brand, ma che valorizzino design e creatività sì. Il made in Italy non significa solo il Paese di provenienza: è soprattutto uno stile».
Per questo avete ideato lo spazio «New Directions Hall»?
«La nostra Fiera punta sulle iniziative innovative, a maggio ci siamo concentrati sulle tendenze, ora con questo spazio vogliamo indagare come il gioiello approderà nei vari Paesi, e che cosa viaggerà con lui, come si evolveranno gli stili, le aspettative...»
Un esempio?
«Fino a pochissimo tempo fa le vendite di oro e gioielli su internet erano impensabili. Ora con il portale yoox.com , dedicato alla moda e al design, si commerciano online anche i diamanti, sono sempre più numerose le aziende sul web. Quella che sembrava una condizione imprescindibile - il contatto diretto con il venditore - è diventata un optional. Così il sistema è totalmente cambiato, in un futuro prossimo non ci si appoggerà più agli agenti distributivi».


Cosa si aspetta da questo salone?
«Che confermi l’energia della produzione italiana, la buona presenza sul mercato dell’Est, che le piccole aziende puntino sulle grandi chance della creatività e dell’artigianalità. E grazie al «New Direction Hall» mi piacerebbe “leggere” il futuro, per esempio accorgermi che ci sono nuove soluzioni di vendita e di distribuzione da sperimentare».

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