«Per il Giornale ho fatto l’inviato

Pier Augusto Stagi

Da inviato a invitato speciale. Damiano Cunego, prima delle vacanze che trascorrerà «in famiglia, perché la bimba va all’asilo e non voglio perda il legame», e prima di fare un salto alla Fiera del motociclo, ha fatto un salto da noi. «Commentare le mie gare per il Giornale è stata un’esperienza molto bella e stimolante. Avevo buoni compagni di squadra, con i quali mi sono inteso a meraviglia: devo dire che il mio Tour è stato meno amaro proprio grazie all’esperienza giornalistica. È stato un modo per stemperare la tensione: se in Francia c’era in palio un premio alla sfortuna, quello l’ho vinto io».
Poi però, quando tutti la davano per morto, ha messo lì un finale di stagione di grandissima qualità.
«Ci tenevo molto al Mondiale: ho dimostrato che il ct Franco Ballerini ha fatto molto bene a puntare su di me. Io non ho perso il Mondiale, io ho vinto la medaglia d’argento. Se Ballan avesse fallito il suo tentativo, credo proprio sarebbe toccato a me. Poi è arrivato il terzo Lombardia, e infine anche la vittoria in Giappone, a Utsonomia, dove mi sono aggiudicato la prima sfida con Basso».
A proposito: la vostra è rivalità vera o architettura giornalistica?
«Pura architettura giornalistica. Vogliono farci passare per quello che non siamo. A me Ivan è simpatico. È un buon ragazzo e un ottimo corridore. È vero, abbiamo caratteri diversi e stesso obiettivo: vincere. Non andremo mai in vacanza assieme, nè tra noi è mai scoccato un colpo di fulmine... Ma non è nemmeno vero che ci evitiamo».
Il prossimo anno ci sarà anche Lance Armstrong
«Avremo un avversario in più, ma non sarà il solo».
Gare di un giorno o corse a tappe: questo è il dilemma?
«Io credo di essere molto competitivo nelle corse di un giorno. Ma non mi considero un pivello nelle corse a tappe. A me piacere correre e vincere: su ogni terreno. L’anno prossimo punto alla Liegi, per esempio, ma so che la gente mi vuole anche nei grandi giri. E non accetta che vada lì in gita».
Cosa le è mancato al Tour quest’anno?
«Sicuramente un po’ di fortuna. Poi, probabilmente, mi è mancato il Giro d’Italia. Un po’ di lavoro in più non mi avrebbe fatto male».
Il prossimo anno Giro o Tour?
«Sicuramente il Giro, anche se il nuovo Tour mi sembra molto indicato alle mie caratteristiche: stranamente, ha poche cronometro. Ma non è detto che non corra tutto, anche la Vuelta...».
La Vuelta per essere competitivo al Mondiale di Mendrisio?
«Certo, la sfida iridata, assieme ad Amstel, Freccia e Liegi, sarà il mio grande obiettivo di stagione. Vorrei essere io il degno successore di Ballan».
Lei, campione del mondo, lo è già un po’ quest’anno...
«No, quest’anno il campione del mondo è solo e soltanto Alessandro Ballan. È stato bravissimo, ha fatto un grande numero, e merita quella maglia».
Cosa merita il ciclismo?
«Di pedalare in un clima di maggiore serenità e credibilità. Stiamo facendo molto per ripulirci, ce la stiamo mettendo tutta. Non è facile, ma qualcosa si sta muovendo».
Lei va anche nelle scuole per spiegare ai ragazzi che lo sport pulito è possibile...
«Io ci credo, e non solo io. Non per niente ho aderito immediatamente al progetto “I’m free doping”, sono libero dal doping».
Il Giro non è stato ancora presentato, ma già se ne parla: partenza da Venezia, arrivo a Roma, Dolomiti nella prima settimana.
«Un Giro strano. Sarà un Giro sicuramente nuovo. Non è detto che non sia meglio per me».
In che cosa deve crescere, ancora, Damiano Cunego?
«In tante cose. Ogni giorno si impara, si cresce, ci si mette in discussione. Di sicuro, se miglioro a cronometro, tornerete a vedere anche nelle corse di tre settimane il Cunego del 2004».
Come sarà il suo mese di vacanza?
«Intanto non è un mese, ma tre settimane. Mi dedicherò totalmente alla famiglia. A mia figlia Ludovica e a mia moglie Margherita, che vedo sempre troppo poco. Mi occuperò anche della nostra nuova casa, che stiamo ristrutturando.

Voglio ricaricare le pile, per ritrovare forza e stimoli nuovi. Il 2009 sarà il mio anno. Un anno pieno. Basso, Armstrong, Contador, Sastre, Valverde e Ballan: vedrete, Cunego non passerà inosservato».
Il desiderio?
«Da inviato a invidiato».

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