Giornali di Zona, da 40 anni la «voce» delle periferie

Primo vertice fra Ombretta Colli e i direttori: «Siamo il termometro delle realtà locali»

Da quasi quarant'anni i giornali di Zona si battono per gli interessi del cittadino. Sempre pronti - con una squadra di giornalisti spesso volontari e per questo tutti con un altro lavoro - a sviscerare i problemi dei quartieri, a informare i residenti su quello che succede nella realtà in cui vivono tutti i giorni. Ad affrontare le emergenze. Ma anche a far conoscere i piani urbanistici, a raccontare la storia dei quartieri. E a parlare di cultura, soprattutto milanese, spesso espressa in forma dialettale.
«Siamo il termometro della realtà cittadina», spiega Lucio Bergamaschi, direttore responsabile di «Dai nostri quartieri Zona 3», testata da 35 anni sul campo per descrivere alla perfezione queste realtà locali. Per questo ieri l'assessore alle Aree cittadine e ai Consigli di zona del Comune, Ombretta Colli, ha voluto incontrare i direttori di una dozzina di testate «zonali».
Durante una tavola rotonda - dal titolo «Milano e le Zone» - la rappresentante di Palazzo Marino ha ascoltato le istanze espresse dai direttori. Un primo incontro, al quale ne seguiranno altri, «con questi giornali che svolgono un servizio che merita di essere valorizzato perché fornisce un'informazione approfondita e vicina ai cittadini - ha spiegato l'assessore -. Per questo è importante che le istituzioni si mostrino sempre più disponibili, avviando uno scambio di informazioni a 360 gradi, per poter presentare ai cittadini anche le iniziative che il Comune intraprende nei loro quartieri».
Comparsi per la prima volta in città nel 1969 con la nascita del decentramento a Milano, i giornali di Zona meneghini oggi sono una ventina. Quattrocentomila le copie (200mila per il solo mensile «La Piazza», spedito a casa per posta) distribuite gratuitamente nelle biblioteche comunali, nei negozi, negli oratori. Con decine di pagine scritte per i cittadini.
Molti i problemi e le richieste emerse ieri nel primo incontro di una lunga serie con cui l'assessorato alle Aree cittadine si è impegnato «a far da tramite» con l'amministrazione comunale. E se i periodici chiedono all’assessorato di tenere rapporti con i Consigli di zona e ricevere informazioni puntuali da Palazzo Marino, i problemi emersi sono anche quelli dei quartieri.
Perché, come spiega Giuseppe Del Vescovo, direttore editoriale del neonato «Il Mirino», mensile della Zona 8, «noi raccontiamo le magagne dei quartieri, le sottoponiamo ai consigli di Zona, che sono i nostri portavoce con il Comune». «Il Mirino» insiste soprattutto su prostituzione, sicurezza e nomadi.

Mentre Mario Pria, presidente della cooperativa che fa capo al «18», uno dei giornali «zonali» storici di Milano (nato 28 anni fa in quella che allora era la Zona 18, appunto, e che oggi è la Zona 7 e si estende fra Baggio e Muggiano), parla di «abusivismo e case popolari».
Per molti di questi giornali sono battaglie che vanno avanti da anni. Ora, conclude Del Vescovo, «dovremmo fare fronte comune perché tutti i problemi di Milano siano definitivamente risolti».

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