L'Italia è ancora molto indietro sull'autismo. A dirlo è il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che promette l'impegno del governo per dare risposte più concrete alle famiglie che si confrontano con una malattia ancora molto difficile da definire. Si celebra il 2 aprile la giornata mondiale dell'Autismo promossa dall'Assemblea nazionale delle Nazioni Unite. Un disturbo dello sviluppo cognitivo dalle cause ancora non prercisamente circoscritte che però colpisce un numero sempre più alto di persone, circa 5 ogni mille, prevalentemente maschi. In tutto il mondo sono circa 67 milioni le persone affette da autismo.
I sintomi sono chiari: l'autismo condiziona pesantemente la comunicazione e l'integrazione sociale e induce comportamenti ripetitivi e ossessivi. Tra gli esperti, psichiatri e neurologi, è ancora aperto il dibattito su quale sia la diagnosi e la terapia per questa patologia. Su una cosa sono tutti d'accordo: la diagnosi precoce anche in questo caso può essere la chiave del successo. Purtroppo, sottolinea il ministro Balduzzi, sull'autismo "sussistono tuttora timori e problemi di comunicazione che ritardano la diagnosi e il trattamento precoci che sono invece necessari nei primissimi anni di vita". Sono scarsi i servizi sociosanitari, prosegue Balduzzi, e molta parte dell'assistenza è lasciata nelle mani delle famiglie spesso impreparate ad affrontare una patologia tanto complessa.
"Occorre un rinnovato impegno da parte delle istituzioni sanitarie ma anche sociali ed educative, nazionali e regionali -spiega il ministro- Soprattutto ora che sappiamo quanto siano diffuso sia l'autismo sia gli altri disturbi evolutivi globali". La volontà del governo è quella di promuovere "lo sviluppo di reti di servizi sanitari e socioassistenziali per la diagnosi, la presa in carico ed il trattamento di queste condizioni, valorizzando l'approccio multiprofessionale ed interdisciplinare e promuovendo l'integrazione tra gli interventi sanitari e quelli scolastici educativi e sociali".
Ma che cosa è l'autismo? Gli esperti lo definiscono una disabilità con decorso cronico e prognosi molto spesso sfavorevole. Bernardo della Bernardina, presidente della Società italiana di neuropsichiatria infantile sottolinea l'importanza della recente pubblicazione delle Linee Guida sull'autismo da parte dell'Istituto Superiore di Sanità. "Occorre però fare ancora molto -insiste il neuropsichiatra- Per migliorare l'assistenza e la strutturazione dei percorsi di cura basati sulle attuali conoscenze".
Tra le iniziative importanti prese in questo campo la nascita di un nuovo centro dedicato proprio a questa patologia presso l'Ospedale Bambin Gesù di Roma, per il trattamento precoce della sindrome autistica per i bambini dai 6 ai 12 anni. "Facciamo breccia" il nome del nuovo centro nato dalla collaborazione con l'associazione di volontariato Una breccia nel muro e Opera don Calabria.
Due anni fa era già stato avviato un primo centro per i bimbi dai 18 mesi ai 6 anni allo scopo di poter elaborare una diagnosi precoce per poi sottoporre i piccoli ad un trattamento intensivo che li sostenga nel cammino verso un miglioramento della loro capacità di comunicare e socializzare. Un aiuto concreto anche per quelle famiglie spesso giustamente disorientate di fronte ad un problema tanto complesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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