La giornata del fallimento: mozioni, tattiche e pressing

La giornata del fallimento: mozioni, tattiche e pressing

Roma - Dalla tattica sulle mozioni al pressing sui dissidenti. La maggioranza ci ha provato per tutto il giorno, fin dalla prima mattina, a raggiunge l'autosufficienza sulla politica estera al Senato. Alle 9 di mattina, prima dell'intervento del ministro degli Esteri Massimo D'Alema, erano due le ipotesi che la maggioranza, e in prima battuta la capogruppo Anna Finocchiato, stava studiando: una mozione dell'Unione, integrata rispetto a quella di ieri, se D'Alema avesse convinto, oppure il ritiro della mozione di maggioranza e la richiesta di un voto separato sulla mozione della Cdl con la confluenza dell'Unione solo nel punto che approvava la relazione di D'Alema.

Mozione Verso le 10 e un quarto il vicepremier finisce di parlare e il vicecapogruppo dell'Ulivo Nicola Latorre annuncia: "Abbiamo appena presentato la mozione" che approva la relazione di D'Alema e inserisce la politica estera nei paletti dell'art.11 e delle istituzioni internazionali. Parte il pressing sui dissidenti, ma da subito si capisce che è difficile far rientrare i 2 senatori Rossi e Turigliatto. Il segretario del Prc Franco Giordano, a quanto si apprende, chiama Turigliatto, mentre tocca al capogruppo del Pdci Manuela Palermi accompagnare alle 11,30 con energia il senatore Rossi, ex Pdci, nel quartier generale dell'Ulivo, dove sono riuniti Finocchiaro e Latorre, che fa la spola tra l'Ulivo ed il ministro D'Alema.

Incontro con Rossi Tra Rossi (nella foto) e i vertici dell'Ulivo l'incontro dura pochi minuti e va a vuoto perché il senatore conferma il suo no. "Rossi non ne vuol sapere - racconta un senatore del Prc - gli ho fatto presente che se la maggioranza non c'è, la sinistra non tornerà più al governo. E lui mi ha risposto: 'Per me non cambia nulla'". Anche il senatore Sergio De Gregorio fa sapere di aver cambiato idea e di votare a favore dell'opposizione. Alle 11,30 i volti sono tesi, il segretario Ds Piero Fassino arriva a Palazzo Madama e si chiude nell'ufficio con Anna Finocchiaro. "Siamo in pareggio, Turigliatto e Rossi non partecipano al voto", sussurra il capogruppo Prc Giovanni Russo Spena, uscendo dal gruppo dell'Ulivo.

Conti La maggioranza fa e rifà i conti e la situazione sembra in pareggio, il che vorrebbe dire essere battuti. Poi la maggioranza si rende conto che manca il senatore Udc Trematerra e gli animi sembrano rasserenarsi.

Parte un pressing sul senatore a vita Andrea Pininfarina che arriva durante le dichiarazioni di voto. Ma è quando la Cdl cambia la mozione che l'Unione sembra convinta di aver riguadagnato il sì del senatore a vita Giulio Andreotti. Poi, però, il voto rivelerà che i calcoli e le previsioni erano state sbagliate.

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