da Milano
Ancora quattro morti sul lavoro nel giorno in cui il governo avvia il riassetto della normativa sulla sicurezza. Il primo è un operaio di 43 anni investito da una ruspa in un cantiere edile nel milanese, il secondo un giovane portuale di Genova, schiacciato da una balla di cellulosa pesante due tonnellate. Poi c'è stato un operaio edile caduto da un'impalcatura a pochi chilometri da Latina e quindi un immigrato marocchino nel bresciano ucciso dall'esplosione di un bidone sul quale stava lavorando con un saldatore. «Ogni caduto sul lavoro - dice il premier Romano Prodi - è un martire che sacrifica la propria vita per tutti noi».
Venerdì nel porto di Genova erano scattate le proteste con uno sciopero proclamato dopo il ferimento di due lavoratori. I sindacati dei portuali hanno subito indetto uno sciopero nazionale di 24 ore, che si terrà oggi. Una strage quotidiana che, in Italia, provoca circa 1.300 morti l'anno. Il Consiglio dei ministri ha varato un ddl sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro. Tra i punti qualificanti c'è la previsione della piena garanzia per i lavoratori «parasubordinati». Un ulteriore elemento di novità sarà il rafforzamento del ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale.
«È una riforma di civiltà che punta a garantire che si possa lavorare senza morire e in salute in qualsiasi realtà lavorativa», ha commentato il ministro della Salute, Livia Turco, spiegando che «oltre al lavoro subordinato, sarà finalmente tutelato con specifiche misure anche il lavoro flessibile e autonomo».
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