Giostre, pizze e summit ecco la vera storia di «Berluscolandia»

RomaNell’ingorgo gossipparo di questi giorni, villa Certosa, la berlusconiana Camp David della Costa Smeralda, pare essere diventata il privato lupanare del premier. Tra procaci letteronze, aspiranti meteorine, sinuose Kessler del XXI secolo, sembra che il buen retiro di Berlusconi a Porto Rotondo sia una sorta di Disneyland del peccato. Un drive in al sapore di mirto. Un colpo di bianchetto su quello che è stato e ancor oggi è la fastosa residenza sarda del premier. Quella che adesso viene ribattezzata «Berluscolandia» ha visto passare capi di Stato, primi ministri, esponenti di governo, leader di partito nostrani ed esteri. Tra quelle mura e tra i prati falciati a green si sono raggiunte intese, strappate concessioni, pianificate strategie politiche, costruiti pezzi di futuro del nostro Paese. «C’ero anch’io quella sera a Villa Certosa quando Berlusconi dieci anni fa - ricordò nel 2003 a New York l’australiano magnate dei media Rupert Murdoch - annunciò nel bel mezzo della cena che doveva volare a Milano per fondare un nuovo partito e salvare il Paese dai comunisti. Quasi tutti pensammo che aveva perso la testa: invece c’è riuscito». Dal 1994 ad oggi quel pezzo di paradiso è stato vivisezionato, spiato, sorvegliato, raccontato, persino inquisito. Ma soprattutto è stato spalancato dal padrone di casa ai suoi ospiti, si chiamino essi Blair, Putin, o Mubarak e tanti altri personaggi che hanno scritto e scrivono le pagine di storia; e a altri che magari la storia non la scrivono, si chiamino essi Angela Sozio, Noemi Letizia o Manlio Dovì: meteore, stelle o stelline del mondo dello spettacolo. Porte aperte a casa Berlusconi che rimane comunque casa Berlusconi: luogo di infinita bellezza sarda, invero mai troppo amata da Veronica Lario, ma adorata da tutti i figli del Cavaliere, da mamma Rosa, dai fratelli Paolo e Maria Antonietta e soprattutto da Silvio. Il quale ha plasmato, forgiato, creato la residenza a sua immagine e somiglianza. A villa Certosa c’è tutto Berlusconi. Ci sono le schitarrate al chiaro di luna con Mariano Apicella durante le feste da mille e una notte, il campetto di calcio su cui improvvisare due tiri al pallone con l’«amico» Blair, le macchinette con cui scorrazzare assieme al «caro» Putin, la giostra da Luna park con cavalli di legno e l’autoscontro per far divertire i nipotini. Insomma, il Berlusconi privato e quello pubblico. Il Berlusconi ludico e quello serioso. Comunque sempre scrupoloso, preciso, meticoloso.
Ed è con maniacale precisione che a tutti mostra la sua reggia: «È sconvolgente: conosce il nome latino di tutte le piante del parco», racconta il governatore sardo Ugo Cappellacci, presente in molti dei numerosi summit dove s’è pianificata la vincente strategia elettorale. «Non lascia mai nulla al caso», concorda l’onorevole piemontese Guido Crosetto, spesso ospite con la famiglia. E sovente ci sono pure Letta, Schifani, Scajola, Verdini. Proprio Verdini racconta che quello è un Eden dove pure si sgobba: «In quel paradiso sono nate le strategie per dare la spallata al governo Prodi. E poi ricordo le giornate del cosiddetto “motore azzurro”. Io e Bondi arrivammo lì col traghetto: io avevo una valigia poderosa, un vero e proprio baule che pesava una tonnellata. Dentro, qualche abito e le analisi dei 475 collegi elettorali: un fascicolo ogni collegio, roba da ernia del disco. Lavorammo come dei matti». E accanto al lavoro lo svago e ogni volta qualcosa di nuovo da vedere: «Il presidente illustra e racconta meticolosamente di rocce, sassi, fiori e piante».
Soprattutto piante. Perché la passione per la botanica è tale che, pare dopo aver letto un testo sui monaci medievali, il Cavaliere si sia impuntato per realizzare un orto mediceo con migliaia di piante officinali da cui distillare infusi e decotti. D’altronde fu proprio lui, nel lontano settembre del 2002, ad aggiungere un’ulteriore declinazione alla sua persona, di fronte agli ospiti del Ppe: «Hanno conosciuto il “presidente giardiniere” - disse alla folta delegazione di giornalisti stranieri -. E ho fatto veder loro anche il ginepro che ho liberato dai rovi, dove mi sono un po’ impigliato... Per cui questo prato ha visto anche qualche goccia del mio sangue».
Lavoro e svago, svago e lavoro. Come nell’estate del 2004, quella della famosa «bandana» e della corsa per inaugurare in tempo l’anfiteatro, luogo prediletto per gli accordi di Apicella. Attesi i coniugi Blair, allietati da aragostine, Vermentino ghiacciato, porceddu con patate al forno e seadas. Poi l’improvvisazione e i due tiri al pallone in una sorta di scontro al vertice Italia-Inghilterra con gli uomini della sicurezza. Performance sportiva con strascico doloroso per il Cavaliere: contusione al ginocchio sinistro e immediata risonanza magnetica. «È sempre la sinistra che mi dà problemi», confidò allora al suo «aggiusta ossa» Settimo Nizzi, ex sindaco di Olbia. E poi le paparazzate, le aspiranti veline e troniste, immortalate alla vigilia di Pasqua del 2007 mano nella mano al premier tra cactus e piante tropicali. «Solo una foto ricordo, niente di più», si difesero allora le cinque. E fu bufera. Le illazioni, il gossip, le battute grevi e quel «Che personaggio papà... Certo, dovrebbe stare più attento» l’ammissione del figlio Piersilvio.
E poi le feste di ferragosto, quelle grandiose, con spettacoli pirotecnici mozzafiato e le immancabili sorprese. Perché a Berlusconi piacciono così tanto i coup de théâtre che nel 2006 gettò addirittura nel panico molti vacanzieri e resistenti. Poco dopo l’una di notte, in quella occasione, i centralini dei vigili del fuoco e della Protezione civile furono tempestati di chiamate: «Correte, correte, Villa Certosa va a fuoco!». Tutta finzione: una spettacolare ma finta colata lavica nel parco, con annessi fumi e lapilli talmente realistici che mezza Costa Smeralda trasecolò. Come sempre la parola d’ordine è fare stare bene i propri ospiti, coccolarli, stupirli, con effetti speciali e no. Villa kitch, villa chic, villa da sogno. S’è detto di tutto sull’ex casa colonica acquistata dal sardo Flavio Carboni. Villa bunker: talmente inviolabile nel 2005 due ventenni, ubriachi fradici, per sbaglio sconfinarono nei 52 ettari off limits di casa Berlusconi. Decisero così di farsi un tuffo nelle piscine dedicate alla talassoterapia per smaltire la sbornia.
Magione teatro di summit di partito e di vertici vis à vis ma anche luogo privato e caldo dove custodire gli affetti più cari. Come avvenne un anno fa, in luglio, in occasione del compleanno di Veronica quando Berlusconi volle riunire nel weekend a Porto Rotondo la moglie, i cinque figli (Marina, Pier Silvio, Eleonora, Barbara e Luigi) e i tre nipoti (Gabriele, Silvio junior e Alessandro). Fu la festa della grande sorpresa ai più piccoli, con le giostre disseminate nel parco.
Piantagioni di cactus, agrumeti, piscine talassoterapiche, rosarde. E ancora: fabbricati, anfiteatro, depuratore, bacino antincendio, torre degli ibiscus, statua della donna cavallo, angolo dei dolmen, nuraghi e laghetti artificiali. Tutto voluto, pensato, costruito dal Cavaliere: e quindi criticato, censurato, deferito a giudizio. Immancabile l’inchiesta: 13 accuse di abusi edilizi e violazioni delle leggi ambientali dalla Procura gallurese.

Risultato: proscioglimento da tutti i capi d’imputazione. Ne resta in piedi uno, quello di certa stampa per cui sarà difficile l’assoluzione: quello per cui villa Certosa altro non è che il «casino» dell’odiato premier.

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