Giovanardi: un linciaggio mediatico contro chi sfida il crimine a mani nude

«Vorrei mandare certi giornalisti a fermare sulla strada i delinquenti pericolosi»

Andrea Acquarone

«È incredibile il linciaggio al quale vengono sottoposti i carabinieri con articoli e titoli bugiardi che capovolgono totalmente quanto accaduto».
Carlo Giovanardi, ministro per i Rapporti con il Parlamento, si schiera senza remore. Sa cosa significa essere carabiniere, in servizio di leva ha vestito la stessa divisa. E non ha dubbi: sui militari di Sassuolo sarebbe in atto un vero e proprio linciaggio.
Signor ministro, lei parla di realtà capovolta. Perché?
«Nei giorni scorsi sono stato a Braida di Sassuolo, ho incontrato il comitato dei cittadini locale, un incontro che è stato fatto in una parrocchia blindata, recintata perché a Braida i cittadini non sono liberi di circolare, c’è una sorta di zona di extraterritorialità per la presenza massiccia di clandestini, spacciatori di droga, di piccola criminalità tale per cui la polizia in quella zona non entra, non va».
Naturalmente avrà visto il filmato...
«Certo e prima ho parlato col comando generale dell’Arma. Ritenevo che la questione andasse trattata con grandissimo equilibrio quindi ho chiesto al prefetto di convocare il comitato provinciale per l’ordine pubblico».
Ma quell’«entrata» a piedi uniti del carabiniere che salta sullo straniero steso a terra...
«I carabinieri non possono usare le armi, non possono usare i manganelli e devono affrontare questi energumeni ubriachi, violenti, a mani nude e in questo caso la colluttazione è durata venti minuti. Come si fa a immobilizzare e ammanettare uno così se non lo si riduce all’impotenza? Non si può parlare di pestaggio nei termini in cui è stato fatto».
Dunque i militari si sono comportati secondo le regole?
«Questo signore, parlo del marocchino pregiudicato e che è gia stato condannato a 6 mesi per direttissima, da tempo terrorizzava il paese. Non è lui la vittima. Allucinante poi la dichiarazione di quell’attore (Lorenzo Crespi, interprete del maresciallo Palermo in «Carabinieri» di Canale 5, ndr) che ha detto “mi vergogno di aver indossato questa divisa”. Un delirio. Mettiamo i puntini sulle “i”. Le persone perbene che ci difendono sono i carabinieri e la polizia. Poi ci sono i criminali e le persone che come questo signore ubriaco e delinquente, minacciano la vita e l’incolumità dei cittadini: per fortuna ci sono le forze dell’ordine che ci difendono. La prossima volta vorrei che a bloccare un individuo simile ci provassero certi giornalisti...».
I carabinieri, dunque, non avrebbero esagerato.
«Lo hanno colpito sulle braccia perché lui dopo minuti e minuti di colluttazione faceva ancora resistenza e non si lasciava ammanettare. Cercavano di caricarlo sulla gazzella e di farlo abbassare per riuscire ad ammanettarlo. In ogni caso la magistratura sta indagando. Ci mancherebbe altro: se ci sono degli eccessi vanno verificati, ma qui si parte già dall’inizio rivoltando la frittata. L’ubriaco, energumeno pericoloso diventa la povera vittima; i carabinieri che per venti minuti prendono pugni e calci vengono trasformati in aguzzini.

E volete che la gente non si indigni? La gente si sente in balia dei criminali. Perché questo vale dalla magistratura che libera quelli che arruolano i kamikaze e i terroristi; vale per le reazioni di alcuni esponenti politici che coprono e giustificano sempre i violenti».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica