Ma il giovane Colaninno non serve a Malpensa

(...) fare propaganda. Ebbene, sembra impossibile ma Veltroni mostra di poter fare di peggio. Nei suoi 12 punti programmatici, infatti, la questione settentrionale non viene neppure citata. Per dimostrare la sua attenzione al Nord l’ex sindaco di Roma, fedele al vezzo di cavarsela con qualche bel nome, promette di mettere capolista del Pd in qualche circoscrizione settentrionale il presidente dei «giovani» di Confindustria, quel Matteo Colaninno figlio del mantovano Roberto, patron della Piaggio e già esponete della «rude razza padana» tanto apprezzata D’Alema quando scalò Telecom Italia.
Come se bastasse! Anzi, è una scelta, questa di Veltroni, che dimostra profonda ignoranza della vera natura dei problemi del Nord. Quest’area non chiede, infatti di essere rappresentata da qualche enfant doré che fa il birichino di sinistra in Confindustria. Chiede qualcosa di molto concreto: più autonomia, meno stato, meno burocrazia, infrastrutture, liberalizzazioni, aiuti alla piccola e media impresa nella competizione globale, più sicurezza.

Intendiamoci, in passato anche governi «amici del Nord» non sempre hanno onorato questa amicizia, troppo ansiosi di dimostrare una loro visione «nazionale». Questo conferma che essere nati «sopra il Po» non assicura affatto sensibilità per la «questione settentrionale», che si acquisisce solo capendo che il destino dell’Italia si decide al Nord.

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