Il 48,4 per cento dei giovani milanesi è disposto ad andare a lavorare all'estero. È quanto emerge da un'indagine della Cisl su un campione di persone di Milano e provincia, divise in fasce d'età (18-24 anni e 25-34 anni). Tra queste, lavora il 59,8 per cento (51% nella fascia d'età 18/24 e il 68,6% delle persone con età compresa tra 25 e 34 anni). Non lavora il 20,3% e non ha risposto il 19,9%.
"I risultati del sondaggio sono in linea con le tendenze generali di questi anni - spiega il segretario generale della Cisl di Milano, Danilo Galvagni - Il lavoro è diventato sempre più flessibile e precario e, purtroppo, sempre meno un modo per realizzarsi, per mettere in gioco le proprie capacità". Secondo Galvagni "non a caso molti, per quanto riguarda l'occupazione, dicono di guardare soprattutto allo stipendio e devono ripiegare su mansioni che non corrispondono alle proprie aspettative e inclinazioni. Il rapporto con il lavoro mi pare quasi utilitaristico: il lavoro è un mezzo per fare altro, la vita è altrove". Dall'indagine emerge che l'aspetto che pesa maggiormente nella scelta di un lavoro è quello economico, il 50,2 per cento da più importanza allo stipendio che ad altri aspetti mentre per il 26,1 per cento quello che conta di più è "l'inquadramento professionale", per il 10,5 per cento è più importante la "tipologia contrattuale" e per il 6,9 per cento la "vicinanza al luogo di residenza".
Un giovane milanese su due è disposto ad andare all'estero per lavorare
Indagine Cisl sui ragazzi e gli sbocchi professionali. Solo il 18% ha un contratto a tempo indeterminato
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