Cultura e Spettacoli

Giovanni Ciacci: "Potrei lavorare anche dal McDonald’s, ma la corona non cadrà dalla mia testa."

Giovanni Ciacci a ruota libera dopo l'abbandono a Detto Fatto parla del suo futuro e dei suoi progetti, chiarendo la dinamica dei fatti dal suo punto di vista dopo le polemiche dei giorni scorsi

Giovanni Ciacci: "Potrei lavorare anche dal McDonald’s, ma la corona non cadrà dalla mia testa."

Nelle ultime settimane si discute molto sulla scelta di Giovanni Ciacci di lasciare Detto Fatto dopo tanti anni. La sua è stata una presenza costante, divertente e rassicurante per il pubblico del programma di Rai2, un volto amico che ha accompagnato i telespettatori anche nel cambio di conduzione tra Caterina Balivo e Bianca Guaccero. La prossima stagione Detto Fatto sarà orfano del suo volto più rappresentativo, che per sua scelta ha deciso di prendere altre strade e di cominciare nuove avventure. È stato lui stesso a comunicarlo ai suoi seguaci tramite un post emozionale su Instagram pochi giorni fa, che ha scatenato numerose polemiche. Al suo posto, come annunciato dal sito di settore TvBlog, dovrebbe arrivare Guillermo Mariotto, già giudice di Ballando con le Stelle.

Proprio per fugare ogni dubbio sulla dinamica dell'abbandono e sulle voci che ormai si susseguono sul suo futuro, Giovanni Ciacci ha rilasciato una lunga intervista al Fatto Quotidiano, motivando la sua scelta e svelando nuovi retroscena. Il prossimo anno i suoi fan lo ritroveranno in altre vesti e su altre reti, lontano dalla Rai: “Sono solo convinto di una cosa: io non ho tradito nessuno. Anche perché io non sono mai stato contrattualizzato dalla Rai, ma sempre da Endemol. Non sono mai stato sotto contratto con la Rai.” Ha spiegato lo stylist col pizzetto blu, probabilmente anche in risposta a tutti quelli che lo hanno a lungo criticato per le sue numerose presenze nei programmi di Barbara d'Urso, soprattutto nel serale del mercoledì: “Io adoro i programmi della d’Urso. Tutti. Per me l’esperienza di Live è stata meravigliosa, ho imparato molte cose e una fetta nuova di pubblico ha imparato a conoscermi meglio. Quando Barbara chiama io sono sempre pronto.” Stando alle dichiarazioni rilasciate al Fatto Quotidiano, Ciacci ha deciso di lasciare Detto Fatto già diverso tempo fa, a maggio, quando il programma era ancora in onda. “Questa decisione l’ho annunciata dieci giorni fa, ma già a maggio avevo deciso di non far più parte del cast del programma. […] Non mi sono mai stancato di Detto Fatto, che è un programma che ho amato e che amo ancora. Semplicemente ho ricevuto una proposta interessante in un programma che è nelle mie corde e che mi diverte molto.

E alle voci che vorrebbero il suo allontanamento dipendente da una scelta aziendale e non da una decisione personale, Ciacci replica: “Forse mi volevano mandare via e io non lo sapevo? Ne dicono talmente tante. Io sono molto tranquillo e sereno, lascio parlare le malelingue. E anche se mi avessero mandato via, dove sarebbe il problema?” L'esperto di immagine prosegue: “Sai, io nella mia mi sono sempre rimboccato le maniche: ho lavorato come shampista in un negozio per parrucchieri, ho fatto il cassiere, ho lavorato in un negozio di abbigliamenti, ho fatto l’assistente di Valeria Marini, poi il costumista, poi mi sono inventato come personaggio televisivo. Mi sono sempre reinventato e mi sono sempre rimboccato le maniche. Ho lavorato onestamente. Potrei lavorare anche dal McDonald’s, ma la corona non cadrà dalla mia testa. Vivrei ugualmente anche senza la televisione.

Ciacci ha voluto mettere a tacere anche la polemica che lo vorrebbe contrario all'arrivo di Mariotto nel suo ruolo di esperto di immagine a Detto Fatto: “Se hanno scelto davvero Guglielmo Mariotto, come leggo su Tvblog, ne sono felice. L’idea che sia proprio lui a sostituirmi, lo ammetto, mi fa ridere. E’ una trovata divertente. […] A me non tocca più di tanto questa notizia. Non ci sono più lì, dunque possono fare quel che vogliono. Mi fa soltanto ridere perché, se ci pensiamo, abbiamo condiviso tante cose con Mariotto.

Adesso avremo anche quest’esperienza in comune.”

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