Il gip: ultras tentarono di condizionare lo Stato. Migliaia al funerale di Sandri

Prende corpo l'aggravante del terrorismo per i fatti di violenza legati alle proteste dei teppisti-tifosi. Intanto è stata ritrovata l’auto, una Mercedes scura, che si cercava da domenica e il "terzo testimone" che ha visto l'agente sparare. Il funerale del deejay-tifoso morto domenica

Il gip: ultras tentarono di condizionare  
lo Stato. Migliaia al funerale di Sandri

Roma - Con l’assalto alle caserme si è "tentato di condizionare i pubblici poteri dello Stato". È un altro degli elementi indicati dal gip Enrico Imprudente nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Saverio Candamano e di Claudio Gugliotti due dei quattro tifosi arrestati a Roma per cui a procura ha ipotizzato le finalità di terrorismo.

Ipotesi di terrorismo A spiegare i criteri che hanno indotto la magistratura a configurare, per la prima volta, l’aggravante del terrorismo per fatti di violenza legati al teppismo da stadio è stato il procuratore aggiunto di Roma Franco Ionta. "Assaltare le caserme - ha detto Ionta - incutere timore nella popolazione, condizionare i poteri pubblici dello Stato, in questo caso in materia di decisioni riguardanti manifestazioni sportive, sono fatti che a nostro giudizio, integrano le finalità di terrorismo. Oggi la linea della procura - ha aggiunto Ionta - ha avuto un primo risultato con il riconoscimento da parte del gip. Ora gli accertamenti proseguiranno per verificare se tali atti di violenza erano preordinati". Nei prossimi giorni è attesa in procura un’informativa della Digos, impegnata in questi giorni a identificare altri responsabili delle devastazioni.

Spunta il terzo testimone È stata ritrovata l’auto, una Mercedes scura, che si cercava da domenica, dove in un autogrill a Badia al Pino ha perso la vita Gabriele Sandri. A riferirlo il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco, che ha sottolineato che stamani il pm, titolare delle indagini, Giuseppe Ledda, ha sentito un ragazzo. "Il testimone sentito stamani - ha aggiunto Di Cicco - era sulla macchina, la Mercedes che si cercava. Gli altri testimoni se ne erano già andati, non hanno assistito agli spari".

Quanto agli interrogatori di stamani il procuratore capo ha sottolineato che "erano cose non direttamente attinenti all’oggetto dell’indagine. Qui ci sta un morto punto e basta". Ai giornalisti che gli domandavano dei testimoni, Di Cicco ha risposto: "Uno dei testimoni stava sull’auto della vittima, l’altro è estraneo. Il testimone che stava sull’auto della vittima ha visto questo che sparava ad altezza uomo". Ed ecco che spunta un terzo testimone, ha detto Di Cicco: "La stessa cosa hanno confermato gli altri che stavano sull’altra corsia".

Invariata l'ipotesi di reato "La rubricazione del reato è rimasta invariata.

Può cambiare, è chiaro che dal meno si va al più e non dal più al meno". Lo ha detto il procuratore capo di Arezzo ai giornalisti che gli chiedevano se l’ipotesi di reato per la quale è indagato l’agente accusato di aver sparato domenica scorsa al tifoso laziale si sia aggravata.

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