Le giravolte della Lega per rincorrere la base

RomaÈ una partita delicata. Non stiamo parlando del braccio di ferro tra Pdl e Lega sulle norme da inserire o da cancellare nella nuova manovra correttiva dei conti pubblici. Che di delicato ovviamente ha poco. Bensì di quel continuo rincorrere il consenso della base da parte dei vertici del Carroccio. La questione delle pensioni, o per meglio dire del riscatto della laurea e del periodo di naja, è stata nient’altro che un passo falso.
E il popolo della Lega, la più istintiva e umorale tra le basi partitiche, non ci ha messo molto per farlo capire ai suoi dirigenti. Il tesoretto frutto di salassi economici che sono serviti per riscattare gli anni universitari non si tocca. E così pure il sacrificio (per tanti ex giovani leghisti molto sentito) del periodo di leva deve pur essere servito a qualche cosa! Da Radio Padania ai vari blog e forum del Carroccio, è un coro unanime. E anche molto colorito. I vertici della Lega lo hanno avvertito fin da subito e stanno tentando di correre ai ripari. D’altronde il fine settimana si prospetta rovente. I nomi di Roberto Cota e - soprattutto - di Roberto Calderoli campeggiano nei programmi della Festa della Lega Nord a Torino. E i diretti interessati non ci tengono affatto a essere accolti a pesci in faccia da un pubblico molto vibrante.
Che i soldi per la manovra vadano cercati altrove lo stanno dicendo chiaramente i radioascoltatori di Radio Padania che intervengono con sms e chiamate in diretta. «Bisogna tassare i ricchi», «serve una guerra vera all’evasione fiscale», «paghino i calciatori». Tanti gli slogan, uno solo il denominatore: i diritti consolidati non si toccano. E pensare che Bossi lo aveva detto per tutta l’estate: guai a toccare le pensioni. Peccato - dicono i fan-elettori - per quella strana concessione durante la riunione a Villa San Martino.
Il dietrofront auspicato dalla base trova nel capogruppo al Senato, Federico Bricolo, una voce autorevole e chiara. «Stiamo migliorando la manovra - spiega il presidente dei senatori del Carroccio -. Non toccheremo le pensioni e ritoccheremo anche i tagli agli enti locali che garantiscono servizi essenziali ai cittadini. Le risorse necessarie le troveremo grazie alla lotta all’evasione». Uno slogan che può calmare gli animi. Anche se gli amministratori, politici ormai smaliziati, restano sul piede di guerra. E soprattutto i sindaci e i presidenti di Provincia iniziano a fare fronda. E in ambienti vicini alla Lega si parla di una spaccatura tra Calderoli e Maroni proprio sul fronte della difesa degli enti locali, mentre il presidente della Provincia di Belluno, Giampolo Bottacin, lo stesso che andò fino a Calalzo sotto Ferragosto per difendere le ragioni degli enti locali davanti al ministro per la Semplificazione normativa, già sta pensando a una nuova forma di «lega» che raggruppi i titolari delle amministrazioni locali e provinciali del nord, quasi una lobby da attivare in difesa degli interessi localistici.

E intanto l’attesa apertura degli uffici ministeriali periferici di Monza, in programma per oggi primo settembre, è stata annullata. I ministri Calderoli e Tremonti non potranno «benedire» gli uffici della Villa Reale. Saranno infatti a Roma nella delicata riunione del Consiglio dei ministri.

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