Genova - Le chiacchiere stanno a zero. Quando si sale le parole, come le borracce vuote, cascano di bicicletta. La bocca vuota e aperta, a cercare l'aria per spingere. Il secondo arrivo in salita, dopo il toboga al contrario di Montevergine, con volatona dei big negli ultimi 800 metri, mostra le facce vere dei corridori. Quanto pesano i big sulla bilancia della vittoria al Giro d'Italia. Risponde presente, come sempre quando la strada sale, Leonardo Piepoli, il "trullo volante", classe 1971 da Alberobello. Scatta a meno di cinque chilometri dall'arrivo, non lo beccano più. Leggerissimo e cattivo sui pedali, fuoriclassifica per definizione (in pianura stenta a tenere le ruote del gruppo), Piepoli, compagno di squadra di Simoni alla Saunier Duval, vince la prima tappa per arrampicatori, l'anno scorso ne aveva portate a casa due.
I big Dietro, a 18 secondi sul traguardo, qualche tornante sulla salita, si gioca la partita della classifica. Danilo Di Luca, leader di inizio Giro, l'uomo che s'è disfato del primato "per non sfiancare la squadra", tenta due assalti. Nel primo non convince, guadagna un centinaio di metri, ma viene ripreso. Poi, nel finale, riparte, stacca tutti i rivali, riprende il giovane lussemburghese Andy Schleck (22 anni, fenomenale, terzo all'arrivo, maglia bianca del Giro) e si piazza secondo, a 18" da Piepoli. Chi resiste a Di Luca, anzi, chi resiste meglio è Gilberto Simoni, l'eterno scalatore trentino che porta a casa la tappa (con Piepoli) fa lavorare duro il giovane "ribelle" Riccò e chiude quarto a 32" dal vincitore.
Delusi Pagano nel finale Damiano Cunego e Paolo Savoldelli. Sul traguardo insieme a 40" da Piepoli (25" in più di Di Luca), forse per il "falco" bergamasco è una mezza vittoria dopo la scoppola di Montevergine. Per il "piccolo principe" veronese, invece, una giornata non splendida. Fa lavorare, e molto bene, la squadra all'attacco della salita poi sulle rasoiate di Di Luca forse paga una brillantezza che, giura lui, "arriverà nelle prossime tappe, non voglio arrivare troppo spremuto all'ultima settimana di Giro".
In rosa Dopo il traguardo cambia padrone anche la maglia rosa. Marco Pinotti, l'ingegnere bergamasco, abdica dopo una sofferenza grande così. La salita, si sapeva, non è il suo giardino. Il primato va sulle spalle di Andra Noé, il "matusa" del gruppo, detto "Brontolo", evidentemente non per il buonumore.
Che porta il rosa grazie al vantaggio accumulato nella fuga bidone con arrivo a Fiorano. Il milanese, classe '69, preziosissimo gregario di Di Luca, che gli rende 2'58" in classifica, la porterà per il capitano fino alla prossima tappa dura, giovedì a Briancon.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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