Milano - Pantaloni che scendono magliette che salgono. Mai più fra i banchi di scuola in tenuta balneare. Arriva l’estate, la
colonnina di mercurio sale e ci si scopre. A volte troppo e dove non
si dovrebbe. La scuola è uno degli ambienti dove ci si aspetta un
abbigliamento consono e dove i presidi, per frenare il disinvolto
casual degli studenti, spesso sono costretti a intervenire. Succede
ogni anno di questi tempi.
Sicilia e Trento in prima fila Oggi capi d’istituto hanno alzato la voce in Sicilia e a Trento per
invitare a una maggiore decenza accaldati teenager.
A Ragusa alcuni alunni del liceo scientifico "Enrico Fermi" non
sono stati ammessi in classe perchè vestiti in modo non conforme
al decoro. È stato il preside Gaetano Lo Monaco a bloccare sulle
scale d’ingresso due sedicenni che frequentano il terzo anno
perchè indossavano pantaloni che coprono fin sotto le ginocchia
(pinocchietti), ma non arrivano ai piedi. Uno dei due alunni, S.G., è
uscito da solo dall’istituto per andare a casa e cambiarsi d’abito,
perdendo così la prima delle tre ore di lezione in cui ha dovuto
sostenere la prova scritta di latino. Un altro alunno ha invece
avvertito subito la madre, che con sollecitudine gli ha portato a
scuola un paio di pantaloni della richiesta lunghezza.
La guerra dei pinocchietti Alcuni genitori
hanno protestato contro questa scelta del dirigente obiettando che i "pinocchietti" non siano un capo d’abbigliamento da proibire a
ragazzi di quindici o sedici anni. Il preside non ha voluto
commentare la sua scelta.
Episodio analogo a Trento.
Richiamo alla decenza Anche lì fa parecchio caldo in questi
giorni e questo ha invogliato alcuni ragazzi a optare per tenute
simil-balneari. Una preside però non ha gradito e ha richiamato tutti
all’ordine vietando pantaloni a vita bassa, minigonne, sandali
infradito e canottiere troppo corte.
Francesca Carampin, dirigente dell’Istituto commerciale Tambosi,
dopo una lettera di "richiamo alla decenz" inviata alle famiglie, vuole
ora preparare un regolamento in modo che gli studenti vadano a
scuola «con un abbigliamento appropriato".
Stop alle tenute balneari "Non pretendo - ha spiegato - che i ragazzi vengano in giacca e cravatta e le ragazze come le monache, ma non ci si può vestire come si andasse al mare con canottierine che fanno vedere l’ombelico, minigonne esagerate o pantaloni a vita bassa con la pancia di fuori, oltre a qualcos’altro". La professoressa Carampin è irremovibile: "Ci sarà un motivo se le parti intime si chiamano così, allora bisogna coprirle".
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