Il giudice: un’aggressione estemporanea e spiegabile con l’abuso di alcol e cocaina

La tesi di un’aggressione fisica premeditata per lo stupro di Capodanno è inattendibile. Convalidata, invece, quella di «un’aggressione estemporanea». E’ quanto si legge nelle 18 pagine contenenti le motivazioni della decisione con cui il gup Luigi Fiasconaro ha condannato con rito abbreviato a due anni e otto mesi di reclusione Davide Franceschini, il ventitrenne accusato di aver abusato di una ragazza di 25 anni durante la festa di Capodanno «Amore 09» alla Fiera di Roma. Secondo il giudice «fu un gesto d’ira nell’ambito di una situazione psichica sensibilmente pregiudicata dalla pregressa assunzione di alcol e cocaina che, pur non costituendo una scriminante nè un’attenuante, deve essere richiamata perchè rappresenta una spiegazione, ovviamente non la sola, dello sconsiderato comportamento del Franceschini per i fatti per cui è giudicato». Nel provvedimento, contenente una lunga e precisa ricostruzione di quanto avvenuto quella notte, il gup afferma che mentre «la ricostruzione dell’imputato si è articolata in termini più precisi e sufficientemente compatibili non solo con il buon senso e la logica ma anche con alcuni riscontri indubitabili», la ragazza ha fornito diverse versioni tra cui l’ultima, nel corso dell’udienza camerale, che «non può essere creduta».
A confermare la tesi di un’aggressione estemporanea sono - sempre secondo quanto riportato nel provvedimento - «la natura delle lesioni provocate e i risultati degli accertamenti istruttori».

Fattori che indicherebbero come la violenza sia stato un atto «non programmato, commesso in un contesto di iniziale consensualità» e frutto di una situazione psichica alterata dall’assunzione di bevande alcoliche e droga. Sostanze di cui anche la vittima, quella notte, aveva largamente abusato, come da lei stessa ammesso e come confermato dalle analisi ospedaliere.

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