a la pittura moderna italiana nasce a Firenze o a Roma? Il primo pittore, come Dante nella letteratura, è Giotto? O è, forse, Pietro Cavallini?
Il primato della scuola fiorentina è stabilito da un toscano, allievo di Michelangelo, Giorgio Vasari. Ma soltanto in tempi recenti si è incominciato a guardare, con nuova attenzione, a Pietro Cavallini, pittore romano presente, forse, a fianco di Giotto ad Assisi, a metà strada tra Firenze e Roma.
Pietro Cavallini vede il mondo con occhi nuovi esattamente come Giotto, e negli stessi anni, forse un poco prima, nei mosaici in Santa Maria in Trastevere e negli affreschi di Santa Cecilia. Qui vediamo unumanità nuova, un Cristo e gli apostoli che hanno ritrovato la carne, la verità dei volti, il respiro che sembrava sospeso negli affreschi e nei mosaici bizantini. Il Giudizio universale che sta sulla controfacciata della basilica di Santa Cecilia è ora mutilato, ma si può raggiungere, attraverso il coro delle suore, la parte alta sopravvissuta con il Cristo fra gli angeli e gli apostoli. È difficile vedere immagini di più palpitante verità. Lumanissimo Cristo, trascrizione moderna del Cristo Pantocratore dei mosaici bizantini, i cherubini incorniciati nelle ali multicolori, come giovani pieni di speranze e di buona volontà. Allo stesso modo gli apostoli sono uomini, nei loro scranni, saliti dalle strade di Trastevere per trovare posto a fianco del loro comandante, un Cristo che ha le sembianze di Che Guevara, sicuro e quasi sfrontato. Davanti a questi personaggi non si avverte la distanza dai personaggi che, di lì a poco, si ritroveranno sui muri di San Francesco in Assisi o della Cappella degli Scrovegni.
Sarà difficile allora acconsentire al primato della scuola toscana su quella romana, di Giotto su Cavallini. Sono due coetanei, campioni di modernità, ricchi di umanità che, in apertura del nuovo secolo, mostrano lo spirito dellarte nuova.
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