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Giudizio veloce: 62 italiani su 100 favorevoli al ddl

Il Senato si è detto favorevole. L’opposizione contraria. Ma cosa ne pensano gli italiani dell’introduzione del processo breve? Se lo è chiesto - e lo ha chiesto - l’istituto Coesis Research, che ha condotto un sondaggio proprio su questo tema. 800 i soggetti intervistati telefonicamente con metodo Cati nel mese di gennaio. Un campione di soggetti maggiorenni residenti in Italia, estratti casualmente e differenziati per quote sociodemografiche. Il risultato? Il 62% degli italiani si dice molto o abbastanza favorevole al processo breve. In particolare, sono più in sintonia con il governo le donne (66%), i residenti nel Nord Ovest o nel Sud e isole e gli over 55 (65%).
Interessante anche la nota di Coesis che accompagna i dati: «Una domanda di controllo sull’atteggiamento politico dei rispondenti consente di escludere che il campione sia da considerarsi distorto rispetto alle Politiche 2008». Tradotto: tra gli 800 intervistati c’erano in percentuali realistiche elettori di centrodestra e di centrosinistra. Curiosa anche la scomposizione statistica della risposta favorevole: dal punto di vista anagrafico, anche tra i giovani under 34 la maggioranza (61%) si dice favorevole. Stessa cosa dicasi per il titolo di studio: chi ha un diploma di media inferiore è favorevole per il 74%, ma anche tra i laureati la maggioranza è con il governo.

Neppure la disoccupazione è una discriminante: chi ha un lavoro è favorevole per il 60%, chi non ce l’ha addirittura per il 64. L’unico caso di maggioranza contraria la si ha scomponendo geograficamente il campione: al Nord Est solo il 49% pensa che il processo breve sia una buona idea.

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