Soffia vento di protesta che rischia di abbattersi in maniera rovinosa sul sindaco Marta Vincenzi anche in consiglio comunale? No problem. Per scampare il pericolo basta mettere la sordina a mozioni, interpellanze e interrogazioni presentate dai consiglieri di minoranza, e rinviare il dibattito a data da destinarsi. E ancora: cè aria di rivolta dei cittadini contro le scelte-non scelte della giunta che promettono di arrivare fin dentro la Sala rossa, nella tribuna riservata al pubblico? Anche in questo caso, no problem: basta convocare le truppe cammellate, incrollabilmente fedeli alla sinistra, costi quel che costi, per stornare la minaccia. Loro - lesercito dei militanti in servizio permanente effettivo, la compagnia dei furbetti del parlamentino, la congrega dei professionisti del boicottaggio - arriveranno come sempre in anticipo, occuperanno quasi tutti i posti disponibili e, quindi, costringeranno a stazionare allesterno, rendendoli inoffensivi, tutti coloro che vantano argomenti su cui contestare il governo di Tursi. Succede spesso, fin troppo spesso. È successo anche ieri pomeriggio, in consiglio comunale, dove due esponenti del centrodestra, Giuseppe Costa, Forza Italia, e Alessio Piana, Lega nord, hanno azzardato limpossibile: chiedere di inserire allordine del giorno, prima dello svolgimento delle pratiche previste da tempo, un «articolo 54». Che significa: una richiesta di spiegazioni su questioni inerenti la cronaca più recente che richiedono una risposta sintetica, ma sollecita, da parte della giunta o del sindaco stesso. È la norma, come da regolamento e prassi consolidata. I due ottimisti del centrodestra hanno dunque presentato listanza, riguardante - udite, udite! - il «fuori onda» (andato invece regolarmente in onda su Telenord) che ha visto protagonista indiretta lex SuperMarta e le pessime considerazioni che ne hanno fatto il capogruppo del Partito democratico Simone Farello e il segretario generale di Tursi, Mariangela Danzì, a proposito dellelezione dei revisori dei conti del Comune nel consiglio del 24 febbraio.
«In tale occasione - facevano osservare Costa e Piana - è emerso, sempre che ce ne fosse ancora bisogno, che questo esecutivo e la maggioranza che lo sostiene sono impegnati non nello sviluppo economico e occupazionale e nel miglioramento delle condizioni di vita della città, ma nelloccupazione dei posti di potere, con furibonde contese. Di conseguenza - concludevano i due consiglieri di minoranza - vogliamo ricordare che, quando non si è in grado di corrispondere alle necessità della comunità amministrata, è bene rimettere il proprio mandato e ridare voce ai cittadini elettori». Il quesito avrebbe meritato almeno una replica. Ma di questi tempi, la «compattezza» della squadra di governo è tale che rasenta lo sfascio, e il consenso fra i membri della stessa maggioranza sconfina nella lite. A microfoni spenti e ad altoparlanti accesi.
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