(...) riconoscere, concorrendo al pagamento dei canoni di affitto a tariffa agevolata, un ruolo ufficiale ai centri sociali liguri che hanno, nel tempo, occupato abusivamente immobili e strutture pubbliche».
Plinio non si è perso una battuta dellarticolo-intervista del Giornale, e ora procede a raffica: «Cè di più e di peggio, in quelle frasi dellassessore - insiste -. La ferma intenzione di Vesco sarebbe quella di assegnare ai centri sociali spazi, immobili e strutture di proprietà regionale, quindi pubblica, cioè della comunità. Tutto questo, a mio giudizio, si configura come un vero e proprio, concreto sostegno a gruppi che spesso si sono distinti nella pratica della violenza politica. Non basta: tutto questo si configura anche come una autentica istigazione e un effettivo favoreggiamento di comportamenti assolutamente illegali».
Plinio incassa immediatamente lappoggio del consigliere Matteo Rosso (Forza Italia), che anche in qualità di consigliere comunale a Tursi si è battuto più volte e a fondo contro i privilegi ingiustificati a no global e centri sociali: «Ci muoveremo in aula, alla riapertura dei lavori del consiglio, il giorno 20 - promette, fra laltro, Rosso -. Affermazioni come quelle fatte dallassessore Vesco richiedono una presa di distanza immediata, da parte del presidente Burlando».
Con queste premesse, lormai imminente riunione del consiglio regionale si preannuncia a dir poco al calor bianco. Lopposizione di centrodestra ha intenzione di chiedere la formale dissociazione del presidente dalle dichiarazioni del suo membro di giunta. Ma in caso di spiegazioni incomplete o fuorvianti - lasciano intendere Plinio e Rosso - ci si potrebbe spingere fino alla richiesta di dimissioni dellassessore e dellintera giunta.
Nel frattempo, Vesco conferma tutto: «Non saranno queste reazioni a farmi retrocedere. Ho detto semplicemente quello che penso». Ma è proprio «quello che pensa Vesco» a indurre Plinio alla battaglia: «A questo punto, voglio ribadirlo anchio chiaro e forte. Sarebbe di sconcertante gravità - aggiunge lesponente di An, già assessore alla Cultura nella giunta Biasotti - se una istituzione come la Regione Liguria dovesse rendersi complice di chi pratica la violenza politica e lillegalità . È vergognoso che un assessore leninista si preoccupi di dare spazi e pagare affitti ai militanti dei centri sociali quando tantissime sono ancora le famiglie liguri in attesa di una casa popolare ovvero di un piccolo contributo pubblico per poter far fronte al canone di locazione della propria modesta abitazione».
La conclusione è in termini pesantissimi: «Una cosa è certa - incalza Plinio -: se il presidente Burlando non dovesse sconfessare il delirio ideologico del suo assessore, già fin dora preannunzio un ricorso allautorità giudiziaria e alla magistratura contabile per far sanzionare comportamenti che istigano allillegalità e provocano grave danno erariale allintera comunità».
Dal canto suo, Matteo Rosso torna a censurare con espressioni di fuoco le parole dellassessore della giunta Burlando: «I giudizi di Vesco appartengono più alla sfera del folklore che a quella della politica e dellamministrazione pubblica. Per questo tali giudizi suonano ancora più inopportuni - sottolinea con fermezza il consigliere regionale azzurro -. Le responsabilità di assessore regionale richiederebbero ben altro equilibrio e serietà».
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