Giuseppe Veneziano, l’arte di mischiare Leonardo e i cartoon

L’arte concettuale ha in sé il germe della provocazione, la pittura molto meno; essendo considerata la più classica e incontaminata tra le forme, si sforza di mantenere una distanza di sicurezza da cronaca, scandali e choc.
Eppure il «caso» più interessante, almeno tra quelli che in Italia hanno scelto di usare colori e pennelli tentando di fare arte contemporanea e non figurazione retrò, è Giuseppe Veneziano, un siculo quarantenne di stanza a Milano, che dopo una lunga gavetta è approdato al mercato che conta grazie alla personale alla Galleria Contini di Venezia, mettendo insieme anche l’invito al Padiglione Italia e alla Biennale dell’Umorismo di Tolentino. Un’estate da incorniciare, insomma.
Se Cattelan dipingesse probabilmente sarebbe Veneziano, e non solo per alcune iconografie in comune. Non è una boutade, ma una trama costruita su diversi indizi: a entrambi piace provocare reazioni forti, o li odi o li ami ma non puoi restartene indifferente. Anni fa Veneziano si «dilettava» in ritratti di criminali, quindi tagliava la testa alla povera Oriana Fallaci.
Venne subito notato, anche se nel mondo dell’arte che conta lo pigliavano un po’ in giro, per l’accento meridionale, il cappellino verde a nascondere la pelata, l’aria di uno che non ce l’avrebbe mai fatta, i colori stucchevoli e zuccherosi. Ma Veneziano non ha mollato mai, anzi ha affinato il suo modo di dipingere guardando ai maestri del Manierismo. Una pittura colta, dunque, piena di riferimenti per chi li sa cogliere (da Leonardo a Michelangelo) andando oltre la superficie, con la sola differenza che i protagonisti delle sue storie non sono né santi né martiri ma gli «eroi» della nostra contemporaneità, personaggi dei cartoon o della televisione, politici, soubrette, in un continuo miscuglio tra cronaca e storia, dove il basso la vince spesso sull’alto.
La scorsa estate una Madonna con bambino esposta a Pietrasanta fece scandalo, perché il piccolo in braccio altri non era che il Führer miniaturizzato. All’Arsenale il Cristo in croce porta le mutande D&G: atto sacrilego o pubblicità estremizzata?
Nella mostra da Contini passano in rassegna i temi cari a Veneziano: sesso e potere, la donna (ci sono Lady Gaga come Venere botticelliana e una Marianna svestita da Carla Bruni), la storia (un omaggio a Garibaldi, i dittatori novecenteschi rivisitati in chiave burlesque), la musica (da Jim Morrison a Kurt Cobain), la tv (i Simpson) e i fumetti (Superman, Uomo ragno). Tutti insieme rappresentano le ossessioni di un ex-ragazzo cresciuto studiando l’arte sui maestri del colore e divorando cartoni davanti al piccolo schermo.

I suoi quadri costano ormai svariate decine di migliaia di euro e piacciono molto. Perché ci dicono senza mezzi termini ciò che siamo, i nostri gusti, la nostra incapacità di volare alto. E, soprattutto, perché, come noi, sono il risultato preciso del qui e ora.

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