Giustizia, le toghe fanno pressing sull’Unione

da Roma

L'Anm mette fretta al Parlamento: prima del 28 deve approvare il ddl Mastella che sospende la separazione delle funzioni tra giudici e pm, perché entro quella data i magistrati devono fare la loro scelta. L’esame in aula alla Camera inizia il 23 e i tempi sono strettissimi, ecco perché i vertici del sindacato delle toghe lanciano l’allarme, nell'audizione in Commissione Giustizia di Montecitorio. La maggioranza, sembra, potrebbe prorogare con un decreto-legge il termine del 28. Mentre l’avvocatura, in un’altra audizione, ribadisce il suo no alla sospensione del nuovo ordinamento giudiziario.
Oggi è anche previsto l’incontro dell’Anm con il premier, Romano Prodi, organizzato dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella, per discutere dei tagli in Finanziaria agli stipendi dei magistrati. E a Montecitorio la Cdl si prepara a fare ostruzionismo e ripresentare gli emendamenti del Senato in difesa della riforma Castelli, con l’eccezione dell’Udc che valuterà volta per volta. Il nodo più delicato è sempre quello della separazione delle funzioni e il voto in Commissione ci sarà giovedì. «Siamo di fronte a un'emergenza - dice il segretario dell’Anm, Nello Rossi -: il 28 si blocca la macchina della giustizia». Per il presidente dell'associazione, Giuseppe Gennaro, il congelamento permetterà di aprire «un periodo di riflessione per risolvere le questioni della riforma che meritano di essere affrontate con ponderazione».

Il testo approvato il 4 ottobre dal Senato, per Gennaro, «contiene delle cose buone, altre meno», ma l'importante ora è stringere i tempi e bloccare la scelta tra giudici e pm. «Ci sta arrivando addosso una valanga - avverte l’Anm -, dobbiamo evitare che ci travolga. Poi, ci sarà tempo per migliorare e correggere».

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