Sul processo tributario la manovra va corretta ed entro  l'estate   potrebbero arrivare delle  modifiche.
 Maurizio Leo,  deputato del Pdl e presidente della commissione bicamerale sull'Anagrafe  Tributaria, lo annuncia alla tavola rotonda «Il riordino della Giustizia Tributaria». 
 «Un decreto correttivo è sicuramente nelle intenzioni del governo - assicura - non so se  riusciremo adesso o se sarà immediatamente dopo il rientro. È necessario correggere anomalie  evidenti che minacciano il sistema». 
 Tra gli elementi al centro delle modifiche ci sarebbero le incompatibilità dei giudici, ma anche  l'istituto del reclamo e la disciplina delle liti pendenti.
 «Approvare la manovra in tempi stretti - spiega Leo- è stato necessario per evitare il dissesto  finanziario del nostro Paese. Come è naturale alcuni provvedimenti inseriti, anche a causa dei  tempi ristretti, sono passibili di correzioni e miglioramenti».
 Il  presidente della commissione parlamentare di vigilanza sull'Anagrafe  Tributaria, nel suo  intervento alla tavola rotonda promossa dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria   che si è tenuta a Roma,  aggiunge che  «sicuramente  va tutelata la sinergia tra il giudice  togato e il professionista perchè genera un indubbio valore aggiunto».
 Dunque, il provvedimento così come è stato inserito, per Leo « rischia di creare un ostracismo  al mondo professionistico» e rende necessario un  intervento del legislatore.
 Giorgio Fiorenza, del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpdp), ricorda che  sono a rischio di decadenza per incompatibilità circa 3 mila giudici tributari su 3.731, oltre  il 75 per cento,  «con la possibilità di una totale paralisi della giustizia tributaria per  molti anni».
  La volontà di intervenire sul decreto legge accomuna  rappresentanti della maggioranza come Leo  e dell'opposizione come Antonino Lo Presti (Fl) e Sandro Brandolini (Pd), dei giudici fiscali  come la presidente del Cpdp Daniela Gobbi, dei professionisti come il presidente dell'Ordine dei  commercialisti di Roma Gerardo Longobardi  e dei consumatori  come il presidente del Codacons  Carlo Rienzi.
  Un loro documento sarà inviato  alla Presidenza della Repubblica.  L'intenzione di tutti è  quella di studiare entro la fine dell'anno una nuova normativa che consenta di rafforzare il  sistema.
 Diverse sono però le posizioni su quali siano le modifiche necessarie.
 I giudici tributari considerano inammissibile un regime di incompatibilità che esclude tutti gli  iscritti agli ordini professionali e «richiede di verificare le parentele dai bisnonni ai  pronipoti», come spiega Gobbi. 
 La maggioranza, invece,  giudica come dice Leo  «fuor di dubbio che si dovesse intervenire sulle  incompatibilità». 
 L'opposizione, inoltre, contesta il «condono mascherato per le liti di valore inferiore ai 20  mila euro», come spiega Baldassarri. 
 E i consumatori temono che la riduzione dei giudici non togati possa rendere i giudizi più  severi per i contribuenti.
  Nelle circa 250 mila cause del 2010, la pubblica amministrazione ha vinto solo nel 41% dei  casi.
 «I cittadini sono stanchi della schizofrenia dei politici», dice  Carlo Rienzi. Il  presidente  del Codacons  afferma che questa legge «sembra abbia qualcosa di schizofrenico; che  c'entra la  riforma della giustizia tributaria con la manovra economica?».
  Per lui, con questa riforma non si farà altro che spillare più soldi ai cittadini .«Quei cinque  miliardi di vittorie dei cittadini - dice Renzi- nei giudizi non ci saranno più perchè verranno  a mancare i giudici.
Giustizia tributaria: necessarie modifiche alla manovra economica
Maurizio Leo, deputato del Pdl e presidente della commissione bicamerale sull'Anagrafe Tributaria, annuncia correttivi entro l'estate alla tavola rotonda «Il riordino della Giustizia Tributaria» tenutasi a Roma.
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