Egregio Signor Granzotto, mi decido a scriverle, in preda allo sconforto, dopo aver letto lennesima lettera in cui si fa strame delle Scienze della Terra. Quella lettera segue una lunga serie di altri commenti, più o meno sarcastici, anche da parte sua, sul rapporto tra il riscaldamento globale e le abbondanti nevicate di questo periodo. La frequenza con cui lo stupidario ambientalista viene rimpolpato sulle pagine del Giornale che leggo sin dalla sua fondazione, fa il paio con quella tipica delle stupidaggini evocate ogni due per tre dalle varie cassandre ecologiche che annunziano limminente fine del mondo. Mi conceda dunque di cercare di chiarire un paio di concetti di base. Il cosiddetto «riscaldamento globale» del nostro pianeta è un fatto reale, non uninvenzione (sì, lo so che ci sono gli scienziati birichini che addomesticano i dati per garantirsi maggiore visibilità e ulteriori finanziamenti, ma il mondo della scienza non è meglio di quello della politica, degli affari, del giornalismo... ), un fatto documentato da misurazioni scientifiche serie e inoppugnabili. Lenergia che fa muovere aria e acqua sulla superficie del pianeta, e che quindi determina il clima, viene naturalmente dal Sole. Quel che succede di recente è che la quantità di energia in gioco sta variando, e lo sta facendo molto rapidamente a causa della concentrazione di uno dei principali gas con effetto serra della nostra atmosfera (lanidride carbonica). Di qui la preoccupazione di limitare, per quanto possibile, la crescita ulteriore della concentrazione di anidride carbonica. Se lenergia cresce, sale la temperatura media e ciò fa sì che tutto il sistema sia più dinamico e dunque che le oscillazioni tra massimi e minimi siano più ampie. Ecco il motivo di questa «tropicalizzazione» della nostra meteorologia, come si dice in gergo. La temperatura media del pianeta cresce magari di poco, ma le oscillazioni del sistema sono più ampie: quando fa più caldo, fa decisamente più caldo, ma quando fa più freddo, fa decisamente più freddo.
Professore ordinario presso Dipartimento di biologia - Vercelli
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Cerco di riassumere le conclusioni della sua già sunteggiata lettera, caro professore (capirà, 2mila e 500 parole quando lAngolo ne consente, al massimo, 600): a causa dellaumento medio delle temperature anche le regioni polari diventeranno un po meno fredde, inceppando il meccanismo del sistema di correnti che, rimescolando latmosfera e loceano globale, trasportano il calore dalle regioni tropicali verso quelle polari, mitigando il rigore del clima. Nel caso più catastrofico - scioglimento dei Poli - la Corrente del Golfo potrebbe addirittura fermarsi e lEuropa settentrionale si troverebbe stretta nella morsa del gelo. Paradossalmente, per noi europei, il riscaldamento globale fa dunque balenare lo spettro di una piccola glaciazione. O comunque, cosa forse ancora più probabile, di nuove terrificanti bollette per il riscaldamento domestico. Be, ciò che scrive è consolante, caro professore: niente finibusmundis, allorizzonte. Alla peggio una «stangata» pecuniaria. Però, scusi: lei dice che il riscaldamento globale è «documentato da misurazioni scientifiche serie e inoppugnabili». Poi accenna a certi «scienziati birichini che addomesticano i dati».
Paolo Granzotto
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