Godega, il paese già pronto al «bonus»

A Godega di Sant’Urbano, sarebbe a dire a 37 chilometri da Treviso, già preparano calce e cazzuola. Pronti a sfruttare il «bonus» di 200 metri cubi appena messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Perciò le famiglie si ritrovano al bar del corso per un caffè con l’architetto. Una scusa per parlare di quella stanza in più, intanto rispolverano il progetto dimenticato nel cassetto per colpa della solita burocrazia. E i muratori sperano di non starsene più, al bar, con le mani in mano.
Qualcosa è cambiato da quando il sindaco del Carroccio Alessandro Bonet ha varato un provvedimento che somiglia molto al progetto del governo per rilanciare l’edilizia. Il documento sarà votato dal prossimo consiglio comunale, ma ovviamente il paese è piccolo, come sempre la gente mormora e pianifica pure. Un bagno bello grande, magari. Così i bimbi troppo grandi per dormire ancora con mamma e papà si rassegnano a lasciare il lettone. Avranno finalmente la loro «cameretta». Ecco il piano casa in miniatura di Godega, incassato l’ok della commissione urbanistica municipale: via libera ai cantieri, ci si può «alzare» fino a un massimo di dieci metri e cinquanta centimetri. A tutti coloro che vivono in un’area residenziale nel Comune sarà permesso di allargare la propria abitazione, ovvero di ampliarla con una nuova unità, purché ad abitarci sia un familiare fino al quarto grado di parentela rispetto al legittimo proprietario, e soprattutto disponibile a rimanere residente nell’alloggio in questione per i futuri dieci anni. Insomma, l’importante è che non si cementifichi alla cieca e poi si scappi altrove. I seimila e cento godeghesi devono restare tali, la comunità non deve ridursi numericamente o invecchiare come sta accadendo negli altri borghi del Trevigiano. «Questo è il nostro bonus famiglia», rivendica il giovanissimo (33 anni proprio oggi) primo cittadino Bonet: una laurea, per non smentirsi, in urbanistica. Sarà che la crisi è arrivata anche da quelle parti? «Le giovani coppie non hanno abbastanza soldi da potersi permettere una casa nuova, così almeno migliorano ciò che già hanno». A chi prospetta abusi o addirittura ecomostri, replica che «non andremo intaccare nuove porzioni di territorio, tutt’altro. Il piano riguarda i lotti esistenti». Con la prospettiva concreta di scacciarla, questa crisi. «Puntiamo a rilanciare le imprese edili locali, in difficoltà qui come nel resto del Paese», ammette Bonet. Mentre tutti guardano al test della Regione Veneto, forse è il caso di vedere come va a finire in provincia (e dove l’attuale ministro Luca Zaia, 16 anni fa, ha esordito come consigliere comunale). Tra centro storico e le due frazioncine contigue ci sarebbero un migliaio di nuclei familiari (praticamente un’abitazione su due) coinvolti nell’iniziativa. Non è la prima volta che Alessandro Bonet prova a «competere» con il governo.

Da buon leghista, ha accolto con entusiasmo il pacchetto sicurezza di Maroni. Ma ci ha messo del suo guidando ronde di compaesani e distribuendo multe di 500 euro ai clienti delle prostitute sulla statale Pontebbana. Sindaci creativi, li chiamano, dalla strada ora bussano a casa.

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