Goletta Verde boccia il cemento sulle coste

«L’assalto dei porti turistici in Liguria è diventato un vero e proprio escamotage per urbanizzare la costa, derogando e aggirando i piani urbanistici»: lo sostiene Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde. Che aggiunge: «È un business da milioni di euro che ruota intorno alla costruzione di una miriade di posti barca inutili e ingiustificati con relativo corollario di strade, bar, negozi, parcheggi e centri commerciali, con il serio rischio di innescare gravi fenomeni di erosione costiera e scomparsa di spiagge». Anche per questo, Goletta Verde fa sventolare «Bandiera Nera» su Imperia: il poco ambito vessillo dei pirati del mare 2009 è stato conquistato - a giudizio degli ecologisti - dalla «Porto di Imperia SpA» per aver realizzato «uno degli approdi più grandi della penisola. Una maxi-struttura per oltre mille posti barca», che avrebbe prodotto «un pesante danno al territorio costiero e all’ambiente marino». Le cifre: all’interno dei circa 263mila metri quadrati di concessione demaniale, sono stati realizzati 1293 posti barca, spazi commerciali per 6200 metri quadrati, 117 alloggi residenziali e servizi, 1786 parcheggi pubblici e privati, 96 box, più 3500 metri quadrati di aree localizzate in varie sedi dell’arco portuale, oltre alla «Hall del Mare», un complesso edilizio articolato su tre livelli e racchiuso attorno a una darsena interna.

«Come se non bastasse - sottolinea Stefano Sarti, presidente di Legambiente Liguria - nascono come funghi progetti per nuovi porti turistici e marine. Non ultimo, il progetto che vorrebbe cementificare la foce del fiume Magra, già sovraccarica di pontili, con nuove banchine».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica