Chiara Levantesi
Anche il golf vive di primati, ma quello più curioso da raccontare non riguarda, come verrebbe da pensare, la bravura di un giocatore, bensì il campo più grande del mondo. A crearlo sono stati i cinesi, popolo lontano anni luce dalle origini di questo sport. La colossale struttura sorge a Shenzhen, a pochi chilometri da Hong Kong, e porta il nome di «Mission Hills». Vi si contano oltre sei milioni di metri quadrati dentro i quali c'è di tutto, dai negozi ai ristoranti, dai centri benessere alle sale conferenze, ma soprattutto lussuosi complessi residenziali con tanto di visuale sul campo, privilegio che nelle metropoli cinesi hanno in pochi. I campi da gioco si snodano in 180 buche - in alcune parti di arduo completamento -, ricavati dai disegni di super campioni quali Jack Nicklaus, Vijay Singh, Ernie Els, Annika Sorenstam e Greg Norman. Il luogo è destinato ai benestanti dagli occhi a mandorla e non solo, visto che ormai la Cina è terra di forte espansione commerciale e da lì, specialmente negli ultimi anni, sono passati e passeranno tanti "neo" Marco Polo in vena di allargare il loro raggio d'azione. Mercato a parte, i dati del golf in Cina sono interessanti di per sé: i giocatori stanno crescendo ogni giorno in maniera impressionante. Se si pensa, poi, che la Repubblica Popolare conta quasi 1.300.000.000 di abitanti, è facile parlare di una futura supremazia numerica di campioni rispetto al Nuovo e al Vecchio Continente. Ma terra d'Oriente non è ancora pronta per mandare in campo un degno sfidante di Tiger Woods. Mancano le scuole, manca la cultura e la passione che sono propri degli americani e degli anglosassoni. In Cina il golf è per l'élite.
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