GOLPI DI TESTA E IL GOL DI SCAJOLA

Fra le caratteristiche di Claudio Scajola c’è quella di parlare sempre chiaro, a volte ai limiti della ruvidità dialettica. Noi stessi, in passato, abbiamo incrociato le lame verbali con il ministro delle Attività Produttive e leader azzurro in Liguria, quando non abbiamo condiviso alcune sue scelte. E, a volte, questa ruvidità l’ha portato a sbagliare, come in occasione della frase su Marco Biagi. Errore subito emendato con la scelta di dimettersi dal Viminale, scelta di straordinaria dignità e onore in un Paese in cui le dimissioni generalmente si minacciano, ma non si danno mai.
Ma è la stessa ruvidità e sincerità che lo porta a dire - in un mondo troppo spesso dialetticamente ipocrita o doppiopesista - verità sacrosante, che sono lo specchio del pensiero più profondo degli elettori moderati. Come quella su Haidi Giuliani («non so se sarà senatrice, o se sarà una buona senatrice, ma probabilmente avrebbe potuto essere una mamma migliore») o, soprattutto, quelle che ha detto la notte scorsa nella lunga diretta elettorale di Matrix e del Tg5. Scajola ha esaltato il suo popolo e ha esaltato personalmente anche me con il suo commento dopo che Romano Prodi è apparso a piazza Santi Apostoli in piena notte, autoproclamandosi vincitore. Con l’aggravante del fatto che - quando l’ha fatto - non erano ancora noti i dati sul voto degli italiani all’estero che hanno favorito il centrosinistra a Palazzo Madama. Quindi, quando Prodi ha detto di aver vinto, la situazione era di perfetta parità: una Camera per uno. E quindi, quando Prodi ha detto di aver vinto, non aveva vinto. Così come non ha ancora vinto nemmeno oggi.
A questo punto, di fronte a queste scene, con il professore che si autoproclamava vincitore di una battaglia in corso, Scajola è sbottato. «Posso dire una cosa pesante?». A Enrico Mentana, alla ricerca di sempre nuove emozioni per la sua splendida diretta elettorale, sono brillati gli occhi: «Certo che sì!». E quindi il ministro azzurro, spiegando il significato da dare alle sue parole, prima che qualcuno ci montasse sopra un’operazione di sciacallaggio semantico, ha detto quello che ciascuno di noi pensava: «Stiamo assistendo a una roba da Paese delle banane. Tecnicamente, questo è un golpe».


Oltre che a Mentana, sono brillati gli occhi anche a noi. Perchè Scajola ha fatto una cosa ancor più importante di tutte quelle - e sono tante - che ha fatto per la Liguria come ministro. In quel momento, ha detto quello che tutti noi pensavamo. Ci ha ridato l’orgoglio.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica